Paulo Coelho – Libri
Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce. Una cosa è sentire di essere sul giusto cammino, ma un’altra è pensare che il tuo sia l’unico cammino.
Non possiamo mai giudicare le vite degli altri, perché ogni persona conosce solo il suo dolore e le sue rinunce. Una cosa è sentire di essere sul giusto cammino, ma un’altra è pensare che il tuo sia l’unico cammino.
La morte non è uguale per tutte le cose: ci sono oggetti che cominciano a invecchiare solo dopo aver attraversato la morte. Un giocattolo invecchia dopo che si è rotto, dopo che è morto.
I morti erano disposti in fila al centro dela Sala. Harry non vedeva il corpo di Fred, perché era circondato dalla sua famiglia. George era inginocchiato vicino alla testa; la signora Weasley era accasciata sul petto del figlio, scossa dai singhiozzi. Il signor Weasley le accarezzava i capelli e aveva le guance inondate di lacrime.Senza dire una parola, Hermione andò da Ginny, che aveva il volto gonfio e arrossato, per abbracciarla; Ron raggiunse Bill, Fleur e Percy, che gli gettò un braccio intorno alle spalle. Ginny e Hermione si avvicinarono al resto della famiglia e Harry vide i corpi distesi accanto a quello di Fred: Remus e Tonks, pallidi e immobili, sembravano tranquilli, addormentati sotto il buio soffitto incantato.La Sala Grande parve volar via, rimpicciolire, restringersi. Harry indietreggiò oltre la soglia. Non riusciva a respirare. Non ce la faceva a guardare gli altri cadaveri, a scoprire chi altri era morto per lui.
Persa nel cielo lungo la notte del mio cammino, sono due luci che mi accompagnano dovunque sto, una nel sole, per quando il sole mi copre d’ro, una nel nero, per quando il gelo mi vuole a sè.Signora Luna che mi accompagni per tutto il mondo puoi tu spiegarmi dov’è la strada che porta a me?Forse nel sole, forse nell’ombra così per esser, ombra nel sole, luce nell’ombra, sempre per me.
Nell’essere cosi concepito non sussiste la minima dualità, è ciò che esprimiamo dicendo che la densità d’essere dell’in-sé è infinita. Esso è il pieno L’in-sé è pieno di se stesso e non si potrebbe immaginare una pienezza più totale, una adeguazione più perfetta di contenente e contenuto nell’essere non sussiste il minimo vuoto, la minima incrinatura, attraverso cui possa insinuarsi il nulla.
È importante che di tanto in tanto, o anche spesso, i libri ci deprimano, i film ci mettano alla prova, i dipinti ci lascino scioccati e magari la musica ci lasci interdetti. Ma è proprio necessario che lo facciano sempre? Ogni tanto non possono consolarci, sollevarci, ispirarci, commuoverci e rallegrarci? Per favore! Solo ogni tanto, quando abbiamo avuto una giornata proprio di merda.
Non mi vestivo sempre secondo l’umore del momento visto che cambiavo d’umore con velocità impressionante e trovo scomodo girare con dei cambi