Percy Bysshe Shelley – Vita
Non sollevare il velo dipinto che quelli che vivono chiamano vita.
Non sollevare il velo dipinto che quelli che vivono chiamano vita.
Data l’esperienza di ieri correggerò gli errori di oggi, per non ripeterli domani.
La vita è una poesia. Una poesia i cui versi vengono scalfiti giorno dopo giorno su quella montagna che abbiamo… iniziato a scalare per raggiungere il suo apice. Giunti all’apice della montagna comprenderemo come il tempo e le regole che caratterizzano la ordinarietà sono solo “elementi” che distolgono il nostro essere dalla mera essenza di quella poesia che componiamo quotidianamente…
La vita dell’uomo è un dono prezioso da amare e difendere in ogni sua fase. Il comandamento “Non uccidere!” domanda di rispettarla e promuoverla sempre, dal suo inizio sino al suo naturale tramonto. È un comando che vale pure in presenza di malattie, e quando l’indebolimento delle forze riduce l’essere umano nelle sue capacità di autonomia. Se l’invecchiamento, con i suoi inevitabili condizionamenti, viene accolto serenamente nella luce della fede, può diventare occasione preziosa per meglio comprendere il mistero della Croce, che dà senso pieno all’umana esistenza.
Il mondo è alla rovescia per chi è creativo.
Piano piano stanno cadendo le barriere e tutte le mie teorie vanno a sgretolarsi… lentamente. Forse qualcosa rinascerà dalle ceneri di quella che è stata un’esistenza, dilaniata da mille domande e da non so quante colpevolizzazioni. Pian piano si fa luce in quel tunnel interminabile, fatto di buio e silenzio. Torneranno le lacrime nei miei occhi, ma stavolta dopo tanto tempo, saranno liberatorie. La vita è troppo breve per perdere “l’attimo fuggente”, io l’ho scoperto solo adesso!
Un terzo del mondo sta là fuori. Un terzo è dentro di me. L’ultimo terzo lo sto ancora cercando.