Philip Pullman – Libri
Nessuno poteva permettersi di parlarle così: era un’aristocratica, lei. Era Lyra.
Nessuno poteva permettersi di parlarle così: era un’aristocratica, lei. Era Lyra.
Quando la realtà non ti piace, quando ci si sente soli, quando ti senti un po’ distaccata e tutto ciò che ti circonda ti sembra scontato, banale, monotono, inutile, prendi un libro e leggi.È facile farsi trasportare in un’altra realtà, in un’altra dimensione di spazio, tempo e luogo, è entusiasmante vivere durante quei momenti di lettura sotto le sembianze di eroi inventati, personaggi di fantasia, nei quali immedesimarsi, prevedendone le mosse o esserne sorpresi. È così bello far andare la mente seguendo questa scia e ti senti meno sola.
Solo se sei davvero grande la gente ti perdonerà di aver limitato la sua libertà, altrimenti ti farà a pezzi e ti calpesterà appena avrai mostrato la minima debolezza!
Il dolore esige di essere sentito.
Solo allora avevo compreso che si trattava di una storia di gente sola, di essenza e di perdita, che proprio per questo vi avevo cercato rifugio, fino a confonderla con la mia vita. Che mi sentivo come chi fugge nelle pagine di un romanzo perché gli oggetti del suo amore sono soltanto ombre che vivono nell’anima di uno sconosciuto.
“Non ho forse il diritto di comandare ai miei servitori?”.”Ne hai il diritto”, rispose Gandalf, “ma gli altri hanno il diritto di opporsi al tuo volere, quando significa pazzia e infamia”.
L’inequivocabile, anche se spesso debilitante, piacere associato al bere un fiume di birra viene sostituito dal più sottile brivido di piacere prodotto da un paio di bicchieri di buon vino. L’eccitante piacere di fare sesso con persone che si conoscono a malapena viene sostituito da quello più raffinato di una relazione “seria” che, in termini di attività sessuale, praticamente rasenta il rapporto fraterno. Il desiderio di “bruciare, bruciare, bruciare come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni traverso le stelle”, per dirla con Kerovac, è sostituito dal sofisticato calore che dà l’osservare i propri figli piccoli sbavare o balbettare qualcosa, che potrebbe essere o non essere la loro prima parola.