Pietro Molinaro – Filosofia
Il mio interagire con gli altri è mirato alla loro conoscenza interiore e non alle loro superficiali banalità materiali.
Il mio interagire con gli altri è mirato alla loro conoscenza interiore e non alle loro superficiali banalità materiali.
Il buio è la maschera che ci divide dalla luce dei nostri pensieri.
Non sempre quello che non si vede non esiste. È un fatto di fede autentica. Altrimenti quelli che credono in Dio avrebbero tutti le allucinazioni. Dio infatti esiste. Ma ha paura della Storia. Uccidendomi, “curandomi”, respinge e ritratta la stessa fede nell’invisibile che gli portano, e non cancellerà quello che chiama sogni o chimere, bensì diventerà il Suo destino nella strada presa al contrario. E non la ritratterò neanche se dovessi bruciare per sempre tra le fiamme dell’inferno. Perché non servirebbe. L’esattezza di una via ha una sola direzione e non appartiene a chi la vede, esiste incondizionata da qualsiasi potere e vita, da qualsiasi cielo.
La felicità è la naturalezza continua di se stessi.
Le tombe del cimitero del mio paese raccontano.
Maggio: in New York, ero negro per il giorno di Martin Luther King e ho mangiato kielbasa, falafel, tacos, zeppole, baklava, knishes, ciambelle Dunkin Donuts. Sono ingrassato metro dopo metro e sono scoppiato per tutta Fifth Avenue. E (aiuto!) Mi hanno visto-visto Dolce & Gabbana. Erano lì.
La vecchiaia non è una malattia ma uno stato mentale.