Platone – Verità e Menzogna
Le parole false non sono solo male in se stesse, ma infettano l’anima con il male.
Le parole false non sono solo male in se stesse, ma infettano l’anima con il male.
Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire.
La mia verità non è la tua, la tua verità non è la sua, la sua verità non è la loro, la loro verità non è la nostra. Questa è la verità.
Anche in presenza della verità, la giustizia resta sempre… “una Dea bendata”.
Neanche la verità può dirsi assoluta, poiché ognuno racconta la propria.
Sto prendendo concezione di un mondo al di là di questo mondo e voglio esplorarlo. Attraversarlo in lungo e in largo, solcarne i mari e scalarne le vette, ma non riesco a scendere a compromessi col casellante: uno strano personaggio a forma di bottiglia. Mi sussurra che lui è la chiave per questo mondo. La nostra incomprensione è ambiguità logico-grammaticale. Non riusciamo a capire che funzione abbia questo “questo”.
Parliamo tutti di verità, di sincerità, di dire le cose come si sentono, e il risultato qual è? La solitudine, quella più triste perché ti rendi conto che è dipesa dal fatto di aver seguito la tua idea andando nella direzione opposta e magari più difficile di quella degli altri. E poi pensi: chissà se non avessi detto la verità!
Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire.
La mia verità non è la tua, la tua verità non è la sua, la sua verità non è la loro, la loro verità non è la nostra. Questa è la verità.
Anche in presenza della verità, la giustizia resta sempre… “una Dea bendata”.
Neanche la verità può dirsi assoluta, poiché ognuno racconta la propria.
Sto prendendo concezione di un mondo al di là di questo mondo e voglio esplorarlo. Attraversarlo in lungo e in largo, solcarne i mari e scalarne le vette, ma non riesco a scendere a compromessi col casellante: uno strano personaggio a forma di bottiglia. Mi sussurra che lui è la chiave per questo mondo. La nostra incomprensione è ambiguità logico-grammaticale. Non riusciamo a capire che funzione abbia questo “questo”.
Parliamo tutti di verità, di sincerità, di dire le cose come si sentono, e il risultato qual è? La solitudine, quella più triste perché ti rendi conto che è dipesa dal fatto di aver seguito la tua idea andando nella direzione opposta e magari più difficile di quella degli altri. E poi pensi: chissà se non avessi detto la verità!
Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire.
La mia verità non è la tua, la tua verità non è la sua, la sua verità non è la loro, la loro verità non è la nostra. Questa è la verità.
Anche in presenza della verità, la giustizia resta sempre… “una Dea bendata”.
Neanche la verità può dirsi assoluta, poiché ognuno racconta la propria.
Sto prendendo concezione di un mondo al di là di questo mondo e voglio esplorarlo. Attraversarlo in lungo e in largo, solcarne i mari e scalarne le vette, ma non riesco a scendere a compromessi col casellante: uno strano personaggio a forma di bottiglia. Mi sussurra che lui è la chiave per questo mondo. La nostra incomprensione è ambiguità logico-grammaticale. Non riusciamo a capire che funzione abbia questo “questo”.
Parliamo tutti di verità, di sincerità, di dire le cose come si sentono, e il risultato qual è? La solitudine, quella più triste perché ti rendi conto che è dipesa dal fatto di aver seguito la tua idea andando nella direzione opposta e magari più difficile di quella degli altri. E poi pensi: chissà se non avessi detto la verità!