Publio Virgilio Marone – Amico
Dell’Eneide dico: la qual mamma | fummi e fummi nutrice poetando: | sanz’essa non fermai peso di dramma.
Dell’Eneide dico: la qual mamma | fummi e fummi nutrice poetando: | sanz’essa non fermai peso di dramma.
Un amico è carezza che cade e diventa lacrima. È vento che è rinchiuso dolcemente fra i capelli È neve che s’assopisce sulle fronde di un’abete. Un amico… Un amico è un orecchio. È accanto al tuo dolce fragranza ai tuoi polsi È incenso d’Oriente alle tue narici e sapore di miele alla tua bocca. Cadono parole dalle labbra prigioniere di tristi note: raccolte nelle mani e cedute al tuo soffio, rimangono cullate abbandonandosi alla sua voce La senti la luna che urla d’amore? Li senti i brividi che abbracciano il tuo cuore? La senti la paura che ti allontana dalla vetta? Ascolta le voci nell’aria Segui l’onda del ruscello Canta i suoni dei tuoi pensieri… Lì è l’amico.
Meno chiediamo a un amico, più a lungo ci resta male.
L’amico colui con cui puoi parlare di tutto e non ti accorgi delle ore che passano… e quando a fianco a te ci sono i veri amici è più agevole riuscire a combattere con successo, gl’impedimenti della vita quotidiana.
L’amico è la persona che ti difende quando gli altri muovono critiche in tua assenza…
Vile è colui che l’amicizia t’implora quando hai il sole negl’occhi per ignorarti, quando hai la notte nel cuore.
Un’amico ti cerca sempre, non solo quando serve.