Quino (Joaquín Salvador Lavado) – Tempi Moderni
I giornali inventano la metà di quello che scrivono… se poi ci aggiungi che non scrivono la metà di quel che succede, ne consegue che i giornali non esistono.
I giornali inventano la metà di quello che scrivono… se poi ci aggiungi che non scrivono la metà di quel che succede, ne consegue che i giornali non esistono.
Sono talmente solo che lo specchio non mi riflette più.
Chiamateli Governatori. Io li chiamo illusionisti.
Usa la testa e ti daranno del cerebroleso.
Che ci sia una possibilità su dieci o una possibilità su un miliardo l’uomo ci crederà allo stesso modo.
Una volta ci si innamorava, ci si sposava serenamente, senza badare alla data: si alla data di scadenza!
Ho l’anima antica. Non amo il cellulare, i messaggi. Ma guardare gli occhi, respirarne l’anima di ogni singola parole. Adoro il muovere lento delle mani e il profumo della carta intrisa di inchiostro. Le case in cui si impasta ancora il pane così come a farci l’amore. Amo i cavalli e quel modo tutto loro di muoversi, come sempre in attesa di un appuntamento; e quell’idea di libertà che ti donano sempre, anche dietro un misero recinto. Amo i fiori e le parole dolci, le canzoni e le dediche. Amo chi mi fa arrossire, ma il complimento deve esser garbato. E non dimentico. Ricordo a lungo. Ricordo per sempre.
Sono talmente solo che lo specchio non mi riflette più.
Chiamateli Governatori. Io li chiamo illusionisti.
Usa la testa e ti daranno del cerebroleso.
Che ci sia una possibilità su dieci o una possibilità su un miliardo l’uomo ci crederà allo stesso modo.
Una volta ci si innamorava, ci si sposava serenamente, senza badare alla data: si alla data di scadenza!
Ho l’anima antica. Non amo il cellulare, i messaggi. Ma guardare gli occhi, respirarne l’anima di ogni singola parole. Adoro il muovere lento delle mani e il profumo della carta intrisa di inchiostro. Le case in cui si impasta ancora il pane così come a farci l’amore. Amo i cavalli e quel modo tutto loro di muoversi, come sempre in attesa di un appuntamento; e quell’idea di libertà che ti donano sempre, anche dietro un misero recinto. Amo i fiori e le parole dolci, le canzoni e le dediche. Amo chi mi fa arrossire, ma il complimento deve esser garbato. E non dimentico. Ricordo a lungo. Ricordo per sempre.
Sono talmente solo che lo specchio non mi riflette più.
Chiamateli Governatori. Io li chiamo illusionisti.
Usa la testa e ti daranno del cerebroleso.
Che ci sia una possibilità su dieci o una possibilità su un miliardo l’uomo ci crederà allo stesso modo.
Una volta ci si innamorava, ci si sposava serenamente, senza badare alla data: si alla data di scadenza!
Ho l’anima antica. Non amo il cellulare, i messaggi. Ma guardare gli occhi, respirarne l’anima di ogni singola parole. Adoro il muovere lento delle mani e il profumo della carta intrisa di inchiostro. Le case in cui si impasta ancora il pane così come a farci l’amore. Amo i cavalli e quel modo tutto loro di muoversi, come sempre in attesa di un appuntamento; e quell’idea di libertà che ti donano sempre, anche dietro un misero recinto. Amo i fiori e le parole dolci, le canzoni e le dediche. Amo chi mi fa arrossire, ma il complimento deve esser garbato. E non dimentico. Ricordo a lungo. Ricordo per sempre.