Raffaele Caponetto – Matrimonio
Due mesi di fidanzamento, dieci anni di convivenza, due figli, sei mesi di matrimonio, separazione, divorzio, ritorno a casa dai genitori; per fortuna che ci sono ancora.
Due mesi di fidanzamento, dieci anni di convivenza, due figli, sei mesi di matrimonio, separazione, divorzio, ritorno a casa dai genitori; per fortuna che ci sono ancora.
In certi matrimoni lunghi di anni, la prima parola è amore, la seconda è dolore, la terza è rancore.
I parenti sono come i denti, ti abbandonano nei momenti di bisogno. I parenti acquisiti sono come i fagioli, fanno la bella faccia davanti, poi sparlano di dietro.
Mai sposarsi quando si è innamorati, ma aspettare di rinsavire per poter giudicare lucidamente se è vero amore o una semplice cantonata.
Primo uomo: Mia moglie è un angelo!Secondo uomo: Sei fortunato, la mia è ancora viva.
Un tempo era il cosiddetto popolino che fomentava la diatriba nord sud, settentrione meridione. Unico vanto del settentrionale, essere nato al nord Italia e quindi autorizzato a sentirsi superiore al meridionale; a prescindere da considerazioni di merito. Considerando la completa assenza di caratura culturale di questi soggetti “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. È preoccupante però che anche individui che dovrebbero possedere una “certa” cultura la pensino allo stesso modo. Questi ultimi dovrebbero “se ne sono capaci” pensare che il settentrionale italiano nei confronti degli svizzeri è meridionale. Lo svizzero rispetto al tedesco è meridionale. Il tedesco è meridionale rispetto al danese e così via. Con questi elementi, nel piano internazionale, culturalmente siamo destinati ad essere gli ultimi della classe.
Un matrimonio non si può mai dire pienamente riuscito neppure quando dura tutta la vita. Anzi, a volte sono i peggiori, perché la convivenza è fatta di convenienza e di tante altre componenti a cui manca il più importante: l’amore.