Raffaele Caponetto – Vita
Se nel corso della vita, gioie e dolori, ci appartengono in parti uguali; adesso, e questo è il mio augurio, ti attende una lunga vita festosa e gioiosa.
Se nel corso della vita, gioie e dolori, ci appartengono in parti uguali; adesso, e questo è il mio augurio, ti attende una lunga vita festosa e gioiosa.
Ho combattuto le mie ansie, le mie paure. Ho combattuto per riavere ciò che mi era mancato, a volte la terra sotto i piedi. Ho combattuto per avere quella felicità che ho sempre nel cuore, il tassello mancante per esserlo ancora di più. E poi ho combattuto me stessa per avere ciò che oggi ho voluto. La vita è un costante combattimento, solo chi si arrende è perduto, io mai! Qualsiasi sia la medaglia io ne esco vincente.
Un giorno ti svegli e ti rendi conto che niente va come vorresti, che tutto ciò che gira intorno a te è sbagliato, che vorresti partire e non tornare, iniziare un’altra vita lontana da tutto e tutti, e chi ti dice che sarebbe migliore quella vita, e chi ti dice che non sei tu che pretendi troppo e che, in realtà, hai tutto ciò di cui hai bisogno ed è solo la tua voglia di strafare che ti atterra, quando ti svegli al mattino ringrazia per ciò che hai, anche se non è molto, troppe persone vorrebbero avere quello che hai tu e tu neanche ti rendi conto della grande fortuna che hai avuto.
Portatori di culture, apparentemente, diametralmente opposte possono, non solo convivere; ma fondersi in un formidabile sodalizio.
Non pensare al passato che può farti soffrire, non correre per arrivare al futuro. Vivi il presente e fà che sia così bello da volerlo ricordare.
La via che dal cercare porta a trovare non è rettilinea, né bastano a percorrerla volontà e ragione. Bisogna tendere l’orecchio, origliare, attendere, sognare, prestare ascolto ai presentimenti. Altro non so.
Su questa terra si succedono le generazioni transitorie, casuali, isolate: appaiono, soffrono e muoiono. Nessuna voce delle stirpi che non ci sono più riecheggia nella vita delle stirpi che ancora sono esistenti, e la voce delle stirpi viventi è destinata ad essere presto inghiottita nello steso eterno silenzio. Cosa deve fare l’uomo, senza memorie, senza speranza, fra il passato che lo abbandona e il futuro che gli è chiuso davanti?