Ralph David Richardson – Arte
L’arte di recitare consiste nell’impedire alla gente di tossire.
L’arte di recitare consiste nell’impedire alla gente di tossire.
Se si parla di pittura sono d’obbligo Magritte, Permeke e, subordinatamente, Topor. Da evitare Picasso, e persino Pollok, forse anche Rauschenberg e Wahrol. Ammessi invece Kandinsky e Klee; semmai un patetico ricordo di Cy Twombly del periodo romano. Ottimo è, per l’Ottocento, confessare un debole per De Nittis e Boldini, persino per Michetti, e ovviamente per Fattori. Si va sempre bene ora con Boccioni, Balla, il primo Carrà. Fra gli scultori, con Moore non si sbaglia mai; glissare su Manzù e semmai ostentare una qualche nostalgia per Medardo Rosso. Se si parla di musica, evitare gli ovvi entusiasmi per Bach, Beethoven, Mozart; Debussy è sempre ottimamente quotato. Con Mahler si va sul sicuro. Ma Schonberg, la dodecafonia, e persino Nono sono argomenti rischiosi, meglio evitare. Ora si è invece tranquilli con Respighi. All’ovvio Verdi è sempre preferibile Donizetti, se non addirittura Puccini. Con Rossini non si sbaglia mai.
Un’attrice è qualcosa che si diventa, mentre è un artista chi è nato essendo già tale.
L’arte è un discorso di follia interpretativa.
Al mattino mi sveglio e assegno un nome ad una nuvola, poi la sera guardo…
L’arte imita la vita, e la cerca ad ogni costo, riproducendola secondo verità, l’artista è solo un tramite. La vita non dovrebbe mai imitare l’arte, né cercarla ad ogni costo, perché la riprodurrebbe secondo tornaconto e il costo potrebbe risultare troppo alto.
L’arte e la letteratura sono l’emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.