Guido Paolo De Felice – Ricordi
Quando riesci a trovare le parole per spiegarlo, non è più un sentimento: è un ricordo.
Quando riesci a trovare le parole per spiegarlo, non è più un sentimento: è un ricordo.
Le persone cambiano. I ricordi no.
Stanotte per riscaldarmi da questo freddo, brucerò tutti i ricordi più brutti.
Rimpiangi solo ciò che non fai, ma che vorresti fare.
Mi aggiravo, mi aggiro da solo attorno al faro bianco, tra sterpi e pruni, graffio le caviglie. Il mare stridulo e salmastro, il vento porta la solitudine del mare immenso, rotondo, sto nella riva pietrosa, un angolo fuori, l’acqua che accoglie il lavacro, mi immergo per la purificazione del corpo, della mente, per staccare dal mondo, per non sentire, per non vedere, per condividere l’acre e il selvatico, la terra nuda, la sabbia, la polvere, il sabbione, le pietre che pungono, sto supino sotto il ginepro aspro e contorto, il vento, il mare, le pietre, la solitudine, il silenzio, l’acqua,.
Immortalare attimi di vita è il solo modo per regalargli unicità e irripetibilità! Un fotogramma dona una caratteristica peculiare al ricordo, lo rende indimenticabile!
Oggi non c’è niente di più dolce per il mio animo… che perdermi nell’amore narrato dal tuo umile cuore.
Un giardino colmo di rose eri tu, i tuoi fiori belli sia agli occhi sia al sentore, profumavi di vita. Il tuo era uno di quei giardini senza recinzione né tantomeno un cancello, dove ognuno attratto dalle tue bellezze e dalle tue fragranze si sentiva autorizzato a recidere quelle tue rose, adesso che di quel bello ti rimangono solo gli arbusti spinosi, quelle spine fanno solo tanto male al tuo cuore!
Il bello dell’aver vissuto tanti passati è che quando il presente è infernale, c’è sempre qualcuno che da sognare.
Sognavo ad occhi aperti… mi piaceva farlo, perché potevo sognare qualsiasi cosa che io volessi. Sapevo che mi attendevano i sogni, bastava crederci. Io non ho mai smesso di crederci.
Non si può dire addio a qualcuno fintanto che nella nostra mente ci sono i ricordi. A chi vive nelle nostre memorie non abbiamo detto addio.
Ci sono ricordi che ti faranno sempre scendere una lacrima. E altri che ti faranno sorridere.
Alla panchina ho trovato pensieri e ricordi, un frammento di universo che mi ha mostrato che tutto ciò che pensavo riguardo al mondo e a lei era sbagliato, mi ha mostrato che non capivo, che avevo paura, avevo paura dell’amore e cercavo di nasconderlo dietro una recita, quando in realtà avrei potuto esprimerlo semplicemente essendo me stesso. Alla panchina ho trovato il destino e seppur dolore coli dai miei occhi non provo né paura né rassegnazione. Un bagliore lontano mi conduce poiché non tutti coloro che vagano sono smarriti. Il sole di luglio è andato e splende alle mie spalle, ma nella via del dolore troverò la mia torre nera. E forse un giorno troverò oltre il velo di questo mondo un cuore vero da chiamare casa.
Non dimentico che una notte dal letto son caduto e nel sogno io stavo volando da orizzonte a orizzonte mantenuto da un vento e da un coraggio che a terra finora non ho avuto.
Appartengo a quelli degli anni ’80. Il periodo dei paninari, noi che andavamo in giro con i jeans strappati e gli anfibi. Io mezza dark vestivo sempre di nero con i capelli colorati, imponevo il mio carattere. Noi, che sognavamo con poco e credevamo di avere il mondo in mano, dimenticando che ci mancavano pure i soldi per il panino, oggi siamo dirigenti, impiegati, avvocati, dottori, ma la mente ci porta sempre a quegli anni, eravamo veri e spensierati.Oggi il quotidiano a volte ci costringe a reprimere gli anni ’80 nascosti nella nostra anima, ma in fondo in fondo, quei ragazzacci degli anni ’80 ci danno la forza per combattere questa vita.
Ci sono posti in cui vorresti andare, ma non esistono strade. E poi ci sono momenti che non vuoi ricordare, ma una lama pungente continua a scarnificare.
Gli Odori, i Profumi, la Musica si fissano nella memoria creando un legame connaturato e indissolubile coi Ricordi.L’affascinante potere di far rivivere quell’istante passato come fosse presente.