Rita Marianna Monterosa – Stati d’Animo
Conserva i ricordi più belli nell’angolo più luminoso dell’anima, serviranno a colorare i giorni e le notti buie e solitarie.
Conserva i ricordi più belli nell’angolo più luminoso dell’anima, serviranno a colorare i giorni e le notti buie e solitarie.
Ci facciamo fin troppi problemi, abbiamo fin troppe paure. Io per prima spesso mi logoro di niente. Il fatto è che quando di delusioni ne hai avute, di difficoltà ne hai superate e sai quanto alto sia il prezzo della rinascita, prima di rischiare ci pensi. Ma una vita senza rischi e senza “tentativi” non è vita. Una vita senza coraggio non è una vita vissuta ma solo sfiorata nella sua totale bellezza.
Un giorno chiesero “cos’è l’ingiustizia”?Alcuni risposero “commettere un reato e non essere condannati”! Altri dissero “essere accusati per ciò che non si è commesso”!Io rispondo “amarlo intensamente e non poterlo dire”!
Spesso ci fermiamo in un posto per ottenere ciò che vogliamo e, caparbiamente rimaniamo lì incuranti del fatto se il meglio per noi è proprio lì anzi caparbiamente lottiamo senza esclusioni di colpi per cercare di ottenerlo senza renderci conto che forse se ci spostiamo e, giriamo l’angolo lo troveremmo veramente il meglio per noi anche perché nella vita non è mai ciò che sembra.
Dubbi, ombre della notte, silenzio che avvolge, lame che feriscono restano sospesi tra la mente e il cuore, vivono aleggiando posandosi tra le pieghe dei giorni come fiamma, accendono il fuoco bruciandoti fino a consumarti.
È stupido non sperare, pensò. E credo che sia peccato.
So di aceto e limone, pungente sulla lingua, brucio sulla pelle. Aspra! Chi non sa diluirmi con la vaniglia dice di me che sono acre. Io mi preoccupo di non essere amara, nonostante i fumi delle pozioni tossiche inalate. Ricordo flebo di veleni somministrarti endovena, sottocute che creavano strati di rancore tra il cuoio e le arterie. E sono scappata nella notte, alzata da quel letto di droghe e soporiferi letali, rintanata come animale impaurito negli antri di boschi solitari e nebbiosi, tra le belve sanguinarie, aspettando l’alba sotto alberi spogli e durante piogge incessanti. Grondante e trafelata. La mia forza mi ha portata a bordo strada, non voglio passaggi da nessuno io, ma camminare sull’asfalto è assai diverso che camminare tra roghi e sterpaglie.