Robert Lembke – Libri
Vi sono molti libri con un errore di stampa: è stato un errore stamparli.
Vi sono molti libri con un errore di stampa: è stato un errore stamparli.
No, non temo l’estraneità che c’è fra noi, al contrario – ovvio che è il contrario. Dimmi cosa c’è di più bello ed entusiasmante della possibilità di dare qualcosa che ti è molto caro, quello che hai di più caro – un segreto o una debolezza, o una richiesta assurda come la mia – a una persona totalmente estranea (volutamente estranea!). Di metterlo nelle sue mani mentre io mi tormento per la vergogna e l’imbarazzo di essermi lasciato tentare da un’illusione così meschina, e aver sentito dentro di me questo desiderio di elemosinare.
La speranza è legata all’attesa, e chi sa attendere sa pure sperare senza contare le ore.
Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina di poesia che si impenna.
Chi scrive un romanzo rischia di dire nulla con molto, chi aforismi tutto con poco.
– Se non c’è nessun senso – disse il re – ci risparmiamo un mondo di fastidi, perché non abbiamo nessun bisogno di trovarcene uno.
Voglio comprare una scatola, di quelle di cartone rigido coi disegni dei fiori sopra. Grande, grandissima, per metterci dentro le cose che da quest’anno non userò più. Perché mi sento un po’ più grande. Sono tante, quelle cose. Per esempio le Bratz, le Winx, i libri di Lupo Alberto, le magliette di Pinko Pallino che mia mamma mi comprava sempre anche se a me facevano rabbia, i diari segreti quelli col lucchettino che ho riempito di adesivi e scrittine varie, i libri di Geronimo Stilton, i dvd dei cartoni animati, le foto delle elementari, il calendario con la mia faccia di quando avevo cinque anni, vestita da Carnevale, bruttissima, la scatola con le perline per fare i braccialetti, il matitone di plastica delle Bratz, l’astuccio con le matite di cera, i cerchietti per i capelli coi fiori di plastica. Tutto quello che ora mi sembra inutile. Anche se ho quasi quattordici anni! Mi sento diversa da quando quelle cose mi sembravano tutto.