Roberto Castelli – Uomini & Donne
Nel ’93 una donna si è avventata su di me, mi ha strappato la camicia ma io, che ero più forte, sono riuscito ad allontanarla.
Nel ’93 una donna si è avventata su di me, mi ha strappato la camicia ma io, che ero più forte, sono riuscito ad allontanarla.
Lui scriveva e pensava, sentendo la dolcezza della presenza di Kitty. Non aveva abbandonato le sue occupazioni per l’azienda né il libro che stava scrivendo; ma, come prima queste cose gli parevano insignificanti a paragone del buio che avvolgeva tutta la sua vita, ora egualmente gli parevano piccole e misere a paragone di quella grande luce di gioia che inondava la sua vita presente. Seguitava a occuparsene, non più per sfuggire alla vita, ma perché la vita non fosse troppo uniformemente luminosa.
Più il frutto è proibito e più l’essere umano desidera assaggiarlo.
Mi piace quando si arrabbia. Quando per in attimo prova ad allontanarsi, ed io che gli cammino dietro, ad un passo da lui, che fa lo gnorri, che fa l’offeso, che è bello. E se si gira a sbirciare deve vedermi subito, ché se inizia a correre io corro più veloce di lui.
È insensato che le donne si lamentino… perché anche l’ultimo principe azzurro è morto fregato.
La donna che scrive mi dà, quasi sempre, lo stesso fastidio dell’uomo che cucina.
Una donna è una donna fino al giorno in cui muore. Ma un uomo è un uomo solo finché ci riesce.