Roberto Gervaso – Tempi Moderni
Ho nostalgia del passato, ma non tornerei indietro.
Ho nostalgia del passato, ma non tornerei indietro.
Penso all'”Essere” donna… all’innocenza di una bambina, alla bellezza di un’adolescente, al calore di una moglie, all’unicità di una mamma… alla saggezza di una nonna.Penso, a quanto sia straordinario essere tutte queste persone e a quanto il loro creare vita le renda uguali a Dio, eppure, continuano a lottare per essere quanto più simili all’uomo… penso, a quanti bambini non nasceranno per questo.
Oggi la maggior parte degli studenti sostiene di voler diventare famosa, e lo dice con assoluta serietà. Vent’anni or sono un’affermazione simile sarebbe stata considerata piuttosto impudente. Nel corso di una generazione, tuttavia, i presupposti culturali si sono ribaltati. Negli anni’50 e’60 non si andava in giro raccontando di voler diventare famosi. Ci si accontentava di diventare medico o poliziotto. Se si diceva di voler diventare famosi, si doveva come minimo mettere in chiaro in quale campo, e così lo scopo da raggiungere veniva anteposto alla celebrità in sé. Adesso è diverso. Prima si decide di diventare famosi, poi, in seconda battuta, si valuta come. Che la fama di cui si gode sia merita è irrilevante o quasi. Nel peggiore dei casi, ci si accontenta di essere lo stronzetto di un reality-show, o, volendo scendere ancora più in basso, di commettere un crimine dai risvolti sensazionali. Io ho precorso questa evoluzione; è come se avessi sempre saputo che, un giorno, diventare famoso sarebbe equivalso a essere un individuo volgare. Ho sempre evitato la volgarità.
Chi cerca di conciliare la ragione con la fede, o non ha sufficiente ragione o non ha abbastanza fede.
Ogni tanto mi fa paura questo mondo, vivere tra tanta gente che alla fine non conosciamo. Mi fa paura vedere questi bambini che stanno crescendo in mezzo a questa gente pazza, senza cuore. Bambini che ogni volta vengono maltrattati, abusati, sia del loro corpo, ma anche della loro mente. Fa paura a me, donna di 48 anni, figuriamoci a queste creature che non sanno ancora cosa li aspetta nel futuro. Che tristezza vivere con tutta questa paura.
Siamo nati in un mondo dominato da essere incapaci di ascoltare.
Penso che per gli studenti sarebbe molto meglio partire dalla contemporaneità. Si rimane sempre indietro di un secolo; nella scuola si vive come dentro una specie di capsula senza collegamento con il tempo presente, mancano i nessi.