Roberto Gervaso – Vita
L’arte di vivere è l’arte di bastare a se tessi.
L’arte di vivere è l’arte di bastare a se tessi.
L’ardore, la fiamma nella fiamma.
Se ti rompi un braccio o ti becchi una pallottola, allora sei posto sotto l’attenzione dei più, ma se qualcuno, in maniera più subdola ed esperta, tattica e malvagia usa altre armi, non ne parla nessuno. È ben poca cosa perdere il gusto nel vivere la vita, vero? È ben poca cosa pensare e ripensare alla possibilità di suicidarsi perché sono stati tanto abili con te da disseminare un senso di apatia, inettitudine, dolore. È ben poca cosa essere abbandonate e rimanere vedove di un compagno che si ama, orfane di un padre che avremmo voluto ci proteggesse, con il grembo vuoto di un figlio che avremmo voluto mettere al mondo e donargli come atto supremo del nostro amore nei suoi confronti. È ben poca cosa aggirarsi come uno zombie per mesi ed anni lì fuori, dove ti guardano tutti dall’alto in basso e non riuscire neppure a farsi sfiorare da qualcuno: tutto ti sembra un abuso quando hai molto sofferto!
Amo tutto quello che mi rende felice: amo le giornate con il sole, perché scalda la mia anima, amo il silenzio, perché in lui mi ritrovo, amo l’alba, perché posso dire “un altro giorno mi aspetta”, amo il tramonto, perché posso dire “grazie Dio per darmi forza e non fammi crollare”, amo la notte, perché mi permette di sognare. Insomma, amo la vita, perché è la cosa più bella che abbiamo.
Vogliamo che Tu intervenga quando lo decidiamo noi. Vogliamo che Tu faccia quello che diciamo noi. Vogliamo che Tu risponda quando lo chiediamo noi. Vogliamo che Tu sia a nostra disposizione, ma solo quando ci fa comodo. Tu ci sei sempre, Tu rispondi sempre; il problema siamo noi che sbagliamo i modi e i tempi. Con Te le risposte arrivano sicuramente: a tempo debito, certamente.
Non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose.
Perché abbandonarci alla vita se la vita non si abbandona a noi?
L’ardore, la fiamma nella fiamma.
Se ti rompi un braccio o ti becchi una pallottola, allora sei posto sotto l’attenzione dei più, ma se qualcuno, in maniera più subdola ed esperta, tattica e malvagia usa altre armi, non ne parla nessuno. È ben poca cosa perdere il gusto nel vivere la vita, vero? È ben poca cosa pensare e ripensare alla possibilità di suicidarsi perché sono stati tanto abili con te da disseminare un senso di apatia, inettitudine, dolore. È ben poca cosa essere abbandonate e rimanere vedove di un compagno che si ama, orfane di un padre che avremmo voluto ci proteggesse, con il grembo vuoto di un figlio che avremmo voluto mettere al mondo e donargli come atto supremo del nostro amore nei suoi confronti. È ben poca cosa aggirarsi come uno zombie per mesi ed anni lì fuori, dove ti guardano tutti dall’alto in basso e non riuscire neppure a farsi sfiorare da qualcuno: tutto ti sembra un abuso quando hai molto sofferto!
Amo tutto quello che mi rende felice: amo le giornate con il sole, perché scalda la mia anima, amo il silenzio, perché in lui mi ritrovo, amo l’alba, perché posso dire “un altro giorno mi aspetta”, amo il tramonto, perché posso dire “grazie Dio per darmi forza e non fammi crollare”, amo la notte, perché mi permette di sognare. Insomma, amo la vita, perché è la cosa più bella che abbiamo.
Vogliamo che Tu intervenga quando lo decidiamo noi. Vogliamo che Tu faccia quello che diciamo noi. Vogliamo che Tu risponda quando lo chiediamo noi. Vogliamo che Tu sia a nostra disposizione, ma solo quando ci fa comodo. Tu ci sei sempre, Tu rispondi sempre; il problema siamo noi che sbagliamo i modi e i tempi. Con Te le risposte arrivano sicuramente: a tempo debito, certamente.
Non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose.
Perché abbandonarci alla vita se la vita non si abbandona a noi?
L’ardore, la fiamma nella fiamma.
Se ti rompi un braccio o ti becchi una pallottola, allora sei posto sotto l’attenzione dei più, ma se qualcuno, in maniera più subdola ed esperta, tattica e malvagia usa altre armi, non ne parla nessuno. È ben poca cosa perdere il gusto nel vivere la vita, vero? È ben poca cosa pensare e ripensare alla possibilità di suicidarsi perché sono stati tanto abili con te da disseminare un senso di apatia, inettitudine, dolore. È ben poca cosa essere abbandonate e rimanere vedove di un compagno che si ama, orfane di un padre che avremmo voluto ci proteggesse, con il grembo vuoto di un figlio che avremmo voluto mettere al mondo e donargli come atto supremo del nostro amore nei suoi confronti. È ben poca cosa aggirarsi come uno zombie per mesi ed anni lì fuori, dove ti guardano tutti dall’alto in basso e non riuscire neppure a farsi sfiorare da qualcuno: tutto ti sembra un abuso quando hai molto sofferto!
Amo tutto quello che mi rende felice: amo le giornate con il sole, perché scalda la mia anima, amo il silenzio, perché in lui mi ritrovo, amo l’alba, perché posso dire “un altro giorno mi aspetta”, amo il tramonto, perché posso dire “grazie Dio per darmi forza e non fammi crollare”, amo la notte, perché mi permette di sognare. Insomma, amo la vita, perché è la cosa più bella che abbiamo.
Vogliamo che Tu intervenga quando lo decidiamo noi. Vogliamo che Tu faccia quello che diciamo noi. Vogliamo che Tu risponda quando lo chiediamo noi. Vogliamo che Tu sia a nostra disposizione, ma solo quando ci fa comodo. Tu ci sei sempre, Tu rispondi sempre; il problema siamo noi che sbagliamo i modi e i tempi. Con Te le risposte arrivano sicuramente: a tempo debito, certamente.
Non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose.
Perché abbandonarci alla vita se la vita non si abbandona a noi?