E mi chiedo se si possa passare tutto questo tempo a mendicare, spiluccare, vagabondare ed indietreggiare. Ti vedo da lontano con la mano ritratta, il sorriso smorzato, di tre quarti per evitare il mio sguardo, silenzioso per glissare su ogni mia parola. Con te mi sento sottosopra, faccio tutto il contrario di tutto perché ho trovato quest’equazione semplice che pensavo fosse un modo di risolvere il peso dell’indifferenza, in realtà, di pesi ne prendo due sopra alle spalle, quello tuo per l’incomprensibilità di fondo che mi fa dare di matto e quello mio per il senso di inettitudine che, talvolta, mi pervade come impotenza crescente.