Rocco Fierro – Libri
Troppo spesso i giudizi vengono dati in base alla notorietà degli autori, dimenticando la bravura che altri autori, magari meno conosciuti, dimostrano…
Troppo spesso i giudizi vengono dati in base alla notorietà degli autori, dimenticando la bravura che altri autori, magari meno conosciuti, dimostrano…
Ma che centra, mica puoi sapere come va dopo… l’importante è amarsi e basta, no? Senza ipotecare il futuro.
I lager sono i laboratori dove si sperimenta la trasformazione della natura umana. Finora la convinzione che tutto sia possibile sembra aver provato soltanto che tutto può essere distrutto. Ma nel loro sforzo di tradurla in pratica, i regimi totalitari hanno scoperto, senza saperlo, che ci sono crimini che gli uomini non possono né punire né perdonare. Quando l’impossibile è stato reso possibile, è diventato il male assoluto, impunibile e imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato coi malvagi motivi dell’interesse egoistico, dell’avidità, dell’invidia, del risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la carità sopportare, l’amicizia perdonare, la legge punire.
Si crede di aprirsi al mondo e si paga questa persuasione con la cecità per le cose più vicine. È incredibile l’arroganza con cui decidiamo che cosa ci riguarda o non ci riguarda. Tutte le direttrici dell’esperienza sono prestabilite, anche se non lo sappiamo, ciò che ancora non comprendiamo a chiare lettere non lo guardiamo neppure, e quella fame lupina che si definisce brama di sapere non si avvede di quel che le sfugge.
Restava solo una persona. In realtà era sempre stata l’unica.
Chiudo gli occhi e penso all’angolo del cuore dove sta racchiuso tutto questo stupido dolore. Dove gli altri sono felici senza di me, dove nessuno sa che esisto, che sto qui con i capelli che sanno di pino e con in testa una canzone […] Gli occhi chiusi mi mandano immagini che fanno ancora più male. E allora cavolo li riapro e tutto è finalmente sfocato. C’è un suono lontano. Dentro ci sono le sue risate e la voce di pistacchio. Poi il suono insiste e diventa un trillo. Il cellulare. Mi tremano le mani mentre apro la tasca esterna dello zaino e lo prendo, concentrata sul numero che appare. Non rispondo. Non rispondo. È lui. È lui. Non è possibile. […] Non rispondo. Tu sei felice anche senza di me. Io no. Però. Smette di squillare nell’attimo che premo il pulsante di risposta. Il silenzio mi fa venire il singhiozzo.
Nonostante l’imbroglio dello spazio-tempo, pensò, nonostante tutte le suggestioni e i segnali ingannevoli, le ipotesi e le convinzioni, le teorie e le leggi e la finzione di essere qualcuno che non siamo, vale a dire gli uomini eretti sulla superficie raffreddata di questa sferica pietra fusa, uno dei dodici pianeti che disegnano spirali eterne intorno a una continua esplosione nucleare in una galassia a girandola, in un universo pirotecnico c’è la Vita, che è l’infinito principio naturale innato ed eterno, e il nostro vero io è tutt’uno non con un’energia destinata a spegnersi, ma con Lei!