Rosanna Russo (RosEgypt) – Frasi in lingua straniera
Osserva la vita con gli occhi del cuore.Observe la vie à travers les yeux du cœur.
Osserva la vita con gli occhi del cuore.Observe la vie à travers les yeux du cœur.
Some few words whispered by the eyes may be worth quite a few spoken by the lips.Poche parole sussurrate con gli occhi, a volte valgono più di altrettante, dette con le labbra.
The courage of life is a magnificent mixture of triumph and tragedy.Il coraggio della vita è un magnifico miscuglio di trionfo e tragedia.
The Sun is freed from fearsAnd with soft grateful tearsAscends the sky.Il Sole è liberato dagli orrorie con dolci grate lacrimesale il cielo.
Silenti son talvolta le parole sulle labbra del cuore.
Life is short: forgive quickly, kiss slowly.La vita è corta: perdona in fretta, bacia lentamente.
No princípio do fimHà ruídos que não se ouvem mais:- o grito desgarrado de uma locomotiva na madrugada- os apitos dos guardas noturnos quadriculando como um mapa acidade adormecida- os barbeiros que faziam cantar no ar suas tesouras – a matraca dovendedor de cartuchos- a gaitinha do afiador de facastodos esses ruídos que apenas rompiam o silêncio.E hoje o que mais se precisa è de silêncios que interrompam o ruído.Mas que se hà de fazer?Hà muitos – a grande maioria – que jà nasceram no barulho. E nem sabem, nem notam, por que suas mentes são tão atordoadas, seus pensamentos tão confusos. Tanto que, na sua bebedeira auricular, sò conseguem entender as frases repetitivas da música pop. E, se esta nossa “civilização” não arrebentar, acabamos um dia perdendo a fala – para que falar? Para que pensar? -, ficaremos apenas no batuque: “Tan! Tan! Tan! Tan! Tan!”Al principio della fineCi sono rumori che non si sentono più:- il grido solitario di una locomotiva nell’alba;- i fischietti delle guardie notturne che squadrano come una mappa la città addormentata;- i barbieri che facevano cantare per l’aria le loro forbici;- il tric-trac del venditore di castagne;- lo zufoletto dell’affilatore di coltelli.Tutti quei rumori che appena rompevano il silenzio. E oggi quel di cui più c’è bisogno sono silenzi che interrompano il rumore.Ma che possiamo farci? Molti – la grande maggioranza – sono nati già nel frastuono. E neanche lo sanno, neanche lo notano, tanto le loro menti sono stordite, i loro pensieri confusi. Tanto che, nella loro ubriacatura auricolare, riescono solo a sentire le frasi ripetitive della musica pop. E, se questa nostra “civiltà” non esploderà prima, un giorno finiremo per perdere la favella: perché parlare? Perché pensare? Resteremo soltanto col suono dei tamburi: “Tan! Tan! Tan! Tan! Tan!”