Rosita Matera – Frasi sulla Natura
Le rose sono le figlie dell’alba e del tramonto, infatti possiedono la limpidezza della luce appena nata e l’intensità di vibranti fuochi accesi di un sole addormentato.
Le rose sono le figlie dell’alba e del tramonto, infatti possiedono la limpidezza della luce appena nata e l’intensità di vibranti fuochi accesi di un sole addormentato.
La luna può essere: la stella più grossa, un sole più spento, l’unico pianeta visibile ad occhio nudo, il cirro più calmo, la nuvola più tonda e perfetta, la nube più spezzata. Dipende da quando e da come la si guarda.
Nella natura tutto ciò che vive tende a evitare il dolore e a cercare il piacere.
Tutti i fiori di un prato non hanno la bellezza del sorriso di un bambino.
L’estate possiede mille fuggevoli volti, scolpiti nel bizzarro flusso del mare, incisi nel profilo assorto delle montagne, nel mistero profondo delle stelle. Ogni volto in cui essa ci appare, non è che un esiguo frammento di un unico specchio chiamato splendore.
Sono molti gli autoinganni, e servono solo ad uno scopo: proteggersi. Dalla realtà che non si vuole accettare, da un pericolo che è solo dentro il cuore di chi lo pensa e mai all’esterno. Qualcuno ha detto che “mangiare” una persona significa diventare come lei, e in virtù della sua autorità è stato ascoltato. È semplicemente un suggerimento per fuggire dalla realtà, da quello che si è, non cambiarla, neanche in meglio. Per quante illusioni si creino, si vive nella realtà fatta di leggi, fisiche, meccaniche, geometriche, armoniche. Una legge morale, se non tiene conto di queste su cui si basa il mondo, diventa autodistruzione, alimenta la ritirata di fronte al peggiore nemico della sopravvivenza, se stessi. Una maschera non diventa essere, nemmeno scambiando, convertendo la definizione tra le due. Diventa apparenza, qualcosa di cui si è in parte orgogliosi davanti ad uno specchio di vetro, ma niente di più. Si appare secondo un desiderio, ma non si vive, non si concretizza, se non secondo l’effimera apparenza di cui ci si veste. Nel fondo, nell’anima, qualcosa si conosce, si sa. E ci si cammina insieme, con questo senso di nebulosa evidenza, è sempre lì e non si sfugge. Ecco perché qualcuno con uno specchio diverso dal vetro è come un nemico da combattere, per opporsi alla realtà che non piace, agli scambi che la vita non sopporta, allo spirito estratto dall’essere, quello vero, che il sangue non sostiene, un cuore di massa critica per il petto. Ecco qui, il male da cui Dio non può tornare indietro, perché ha attivato reazioni delle leggi fisiche a cui persino Lui doveva stare attento; un sistema si deve trattare secondo la sua natura, non poteva veramente fare “tutto” quello che voleva, nemmeno per amore del Figlio.
Primavera: i fiori sbocciano, e noi appassiamo.