Sabrina La Rosa – Vita
Nella vita, ho più perso che vinto, ma non per questo mi considero una perdente, anzi. Sono solo istintiva e seguo i miei sentimenti, consapevole di ciò che rischio ma orgogliosa di avere sempre avuto coraggio da vendere.
Nella vita, ho più perso che vinto, ma non per questo mi considero una perdente, anzi. Sono solo istintiva e seguo i miei sentimenti, consapevole di ciò che rischio ma orgogliosa di avere sempre avuto coraggio da vendere.
“La Vita ha un senso concreto se riparto da qui” stava scritto sulla parete scrostata della cella 101 “Dalle pareti umide che mi avvolgevano sin dal grembo materno”
L’ultimo peso, quello che ti sei portato sempre dentro alla fine te lo porti sicuramente dietro oltre l’ultimo giorno.
È per chi una cosa non è più importante ed il sogno si è dissolto che non vale più la pena cercare soluzioni, anzi, si vedono tutti i mille ulteriori ostacoli che ci sono e se non ci sono, se li inventano; uno sta lì a sperarci sempre, a lavorarci come una formichina operosa, mentre loro se ne stanno come cicale a cantarsela.
Come facciamo a dire “mi rifaccio una vita”, la vita è una, quello che è perso è perso, e basta.
Io scelgo la follia di rimanere me stessa anche controcorrente; scelgo la follia di stupirmi per una parola, per un sorriso, scelgo la follia di emozionarmi per i colori del cielo, il rumore del mare, una goccia di rugiada su una foglia, il profumo di un fiore; scelgo la follia di amare e mettere passione sempre e comunque in tutto; scelgo la follia di essere anticonvenzionale e di non rinunciare… mai.Senza la follia sentirei di morire senza aver vissuto.
È passata un’altra notte, sembra che le cose stiano migliorando; l’aria non attraversa più come una spada le mie narici e la gola assurge ai suoi compiti, anche la voce sembra quella di un tempo e non più un’eco di caverna. Le rose sono venute in casa e si sono aggiustate in un capiente vaso di terracotta distribuendosi in parte nell’aria unitamente all’essenza di un pregnante eucalipto che fluttua in una tiepida tinozza. Questo mi evita il fatto di uscire e di prendere freddo.
“La Vita ha un senso concreto se riparto da qui” stava scritto sulla parete scrostata della cella 101 “Dalle pareti umide che mi avvolgevano sin dal grembo materno”
L’ultimo peso, quello che ti sei portato sempre dentro alla fine te lo porti sicuramente dietro oltre l’ultimo giorno.
È per chi una cosa non è più importante ed il sogno si è dissolto che non vale più la pena cercare soluzioni, anzi, si vedono tutti i mille ulteriori ostacoli che ci sono e se non ci sono, se li inventano; uno sta lì a sperarci sempre, a lavorarci come una formichina operosa, mentre loro se ne stanno come cicale a cantarsela.
Come facciamo a dire “mi rifaccio una vita”, la vita è una, quello che è perso è perso, e basta.
Io scelgo la follia di rimanere me stessa anche controcorrente; scelgo la follia di stupirmi per una parola, per un sorriso, scelgo la follia di emozionarmi per i colori del cielo, il rumore del mare, una goccia di rugiada su una foglia, il profumo di un fiore; scelgo la follia di amare e mettere passione sempre e comunque in tutto; scelgo la follia di essere anticonvenzionale e di non rinunciare… mai.Senza la follia sentirei di morire senza aver vissuto.
È passata un’altra notte, sembra che le cose stiano migliorando; l’aria non attraversa più come una spada le mie narici e la gola assurge ai suoi compiti, anche la voce sembra quella di un tempo e non più un’eco di caverna. Le rose sono venute in casa e si sono aggiustate in un capiente vaso di terracotta distribuendosi in parte nell’aria unitamente all’essenza di un pregnante eucalipto che fluttua in una tiepida tinozza. Questo mi evita il fatto di uscire e di prendere freddo.
“La Vita ha un senso concreto se riparto da qui” stava scritto sulla parete scrostata della cella 101 “Dalle pareti umide che mi avvolgevano sin dal grembo materno”
L’ultimo peso, quello che ti sei portato sempre dentro alla fine te lo porti sicuramente dietro oltre l’ultimo giorno.
È per chi una cosa non è più importante ed il sogno si è dissolto che non vale più la pena cercare soluzioni, anzi, si vedono tutti i mille ulteriori ostacoli che ci sono e se non ci sono, se li inventano; uno sta lì a sperarci sempre, a lavorarci come una formichina operosa, mentre loro se ne stanno come cicale a cantarsela.
Come facciamo a dire “mi rifaccio una vita”, la vita è una, quello che è perso è perso, e basta.
Io scelgo la follia di rimanere me stessa anche controcorrente; scelgo la follia di stupirmi per una parola, per un sorriso, scelgo la follia di emozionarmi per i colori del cielo, il rumore del mare, una goccia di rugiada su una foglia, il profumo di un fiore; scelgo la follia di amare e mettere passione sempre e comunque in tutto; scelgo la follia di essere anticonvenzionale e di non rinunciare… mai.Senza la follia sentirei di morire senza aver vissuto.
È passata un’altra notte, sembra che le cose stiano migliorando; l’aria non attraversa più come una spada le mie narici e la gola assurge ai suoi compiti, anche la voce sembra quella di un tempo e non più un’eco di caverna. Le rose sono venute in casa e si sono aggiustate in un capiente vaso di terracotta distribuendosi in parte nell’aria unitamente all’essenza di un pregnante eucalipto che fluttua in una tiepida tinozza. Questo mi evita il fatto di uscire e di prendere freddo.