Salvatore Salvax Calabrese – Stati d’Animo
L’umanità si divide in due categorie… quelli dell’incudine e quelli del martello… e nel mezzo ci sono io.
L’umanità si divide in due categorie… quelli dell’incudine e quelli del martello… e nel mezzo ci sono io.
Questo curioso vizio di etichettare ogni cosa, di perimetrare tutto in anguste definizioni, come fossero dei mattoncini lego da riporre ordinatamente negli scatoloni. La realtà è che tu puoi definire il dolore di un femore rotto, ma non quello di un’anima dilaniata, puoi descrivere l’euforia di un attimo, ma non la felicità di una vita, puoi delineare i contorni dell’affetto, ma non tratteggiare i limiti dell’amore, puoi rappresentare un ricordo, ma non il tormento che scatena, puoi ingabbiare un puma, ma non il suo desiderio di libertà.
Siamo il riflesso di ciò che ci manca.
In nulla c’è bontà, se non nell’ingenua e genuina convinzione che questa possa esserci.
Una canzone recita “mai dire addio”, forse non è corretto, non sarei così d’accordo. Se vuoi che la tua vita cambi a qualcosa o qualcuno, inevitabilmente, dovrai dire addio, oppure rinuncia a te stesso. Non puoi precluderti la futura felicità piangendo e rimpiangendo quella passata. E non è vero che solo l’oggi è importante, il domani è veramente nostro. L’oggi serve solo per poter sognare ciò che di bello accadrà. Dopotutto quante volte nella tua vita le cose sono andate meglio di quanto credevi, meglio di quanto speravi?
Si è davvero liberi quando i mostri del passato non trovano più spazio dentro di noi.
In molti vedono solo ciò che pensano di vedere.