Santa Caterina da Siena – Religione
E diceva parole tanto dolci, che è da scoppiare, della bontà di Dio.
E diceva parole tanto dolci, che è da scoppiare, della bontà di Dio.
Un quadro in una chiesa è come una candela in una stanza buia, serve a vedere meglio. È il ponte tra noi e Dio. Ma non è una candela protestante o cattolica. È una candela e basta.
La principale fonte dei conflitti odierni tra le sfere della religione e della scienza sta tutta in questa idea di un Dio personale. Nella lotta per il bene morale, i maestri della religione debbono avere la capacità di rinunciare alla dottrina d’un Dio personale, vale a dire rinunciare alla fonte della paura e della speranza, che nel passato ha garantito ai preti un potere così ampio.
La parola di Dio è pane vivo e alimento dello Spirito.
Così, questo mito della caduta è, in contrasto con le intenzioni dello scrittore e del suo Dio, il mito del trionfo dell’uomo: un doppio e tragico trionfo, perché l’uomo ha conquistato la conoscenza, e perché ha avuto il coraggio di pagarla con la morte. Senza volerlo, l’autore della Bibbia ha scritto una pagina degna del mito di Ulisse nell’Inferno di Dante. Nel pessimismo ebraico-cristiano il diritto alla conoscenza si paga con la morte e la dannazione: ma è un diritto che l’uomo si è storicamente acquisito, e che nessuno può togliergli: parola di Dio.
Il torto di Dio è di non aver brevettato l’uomo. Per questo ce ne sono in giro tante cattive imitazioni.
Le religioni sono inutili. A Dio ci si avvicina con la fisica teorica o la musica, e questo è tutto ciò che so di Dio.