Andrea De Candia – Scienza e tecnologia
La scuola centra pienamente il suo obiettivo, quando ha insegnato a ben istruirsi da sé.
La scuola centra pienamente il suo obiettivo, quando ha insegnato a ben istruirsi da sé.
Non potrei mai essere uno smartphone, perché non ho tatto.
Siamo diventati tutti tecnologici, eppure regrediamo. Chissà perché più avanza la tecnologia più il cervello di molti risulta mummificato.
Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.
Alla fine non ci saranno più essere umani ma solo robot.
I fisici teorici parlano di universi paralleli da decenni ma non li possono ancora dimostrare, mentre i comuni bugiardi ne creano ogni giorno da millenni e si vengono quasi sempre a scoprire.
Se i numeri non hanno memoria, perché tocca a noi ricordarcene?
Ci sono frontiere, dove stiamo imparando, e brucia il nostro desiderio di sapere. Sono nelle profondità più minute del tessuto dello spazio, nelle origini del cosmo, nella natura del tempo, nel fato dei buchi neri, e nel funzionamento del nostro stesso pensiero. Qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato.
L’Astronautica ridimensiona l’ego.