Una storia consegnata ai sensi, come quella del cristo – e quella di quel qui inespresso dell’esserci – del pastore contro la dispersione che chiamò a raccolta la sua memoria e, tutto il mercurio dei suoi termometri fu arruolato per un proiettile, in un solo colpo, come la punta di uno spillo forgiato da un blocco di continue rinunce per sottrazione di spore e di troppo sapore.
Saggezza. Una mattina gelida, un vecchio autobus cigolante. Il freddo pallido in due volti anziani, contratti dalla fatica. Due vecchie si consolano, stringendo sul mento le cocche di un fazzoletto sdrucito. Una sorride e sussurra: “Adesso, a casa, un bel cappuccino bollente e un pezzo di pane. E la vita ricomincia”. L’altra s’acquieta.
Un albero cresciuto in una grotta non genera frutti.
Niente è programmabile anche il fato, per quanto ci sforziamo, fa sempre come cazzo gli pare!
“Se non vi piacciono queste mie idee… non importa… Né ho molte altre”.
Si è sempre la seconda scelta per qualcuno.
Bisognerebbe comprendere qual è il confine che distingue la battuta ironica da un’offesa. Spesso è talmente sottile che ci sfugge di mano.