Serena Cerullo – Internet
Cartesio diceva: “Penso dunque sono”, con internet siamo passati a: “penso dunque condivido” e infine con Facebook: condivido dunque non ho bisogno di pensare. Si chiama (d)evoluzione.
Cartesio diceva: “Penso dunque sono”, con internet siamo passati a: “penso dunque condivido” e infine con Facebook: condivido dunque non ho bisogno di pensare. Si chiama (d)evoluzione.
Fin che c’è morte c’è speranza.
Le macchine comprendono solo due linguaggi: il binario e il brutale.
Premetto che ogni persona potrebbe essere unica. Mi chiedo il motivo per cui copiano da altri. Ogni persona potrebbe rendere il proprio blog, il proprio profilo, la propria pagina speciale, invece copiano quasi tutto, cambiando al massimo la foto. Il risultato di questo modo di essere fa sì che quando hai letto cinque pagine, puoi evitare di andare a leggere le altre, perché sono tutte uguali. Abbiate il coraggio di manifestare quello che siete a chi legge quello che scrivete: avrà una vera motivazione per tornare nella vostra pagina, perché gli date emozioni.
Gente ossessionata da un mi piace virtuale che se la fa nelle mutande per un mi piaci reale. Siete davvero tristi.
Mi rendo conto che questo mondo virtuale fa male a certi individui fino a perdere il cervello, se mai ne abbiano avuto uno.
Accontentarsi di quello che condividono gli altri su Facebook e non esplorare il web ti fa sentire come un abitante di un paesino di montagna che non scende mai in città.