Non ci si deve sviare quando si cerca l’amore, perché può allora accadere che non lo si trovi mai. Quale più crudele castigo dell’impazienza e della debolezza essere condannati per tutta la vita a mordere solo frutti amari e senza sapore!
Un filo invisibile sembra che sia passato attraverso le mie viscere, e poi attraverso le tue. E quel filo tira quando vede i tuoi occhi, tira quando sente i tuoi passi sulle scale. Tira quando sorridi dolce, tira quando la giornata ti va storta. Tira anche quando più vicini non potremmo essere, quando il tuo respiro è il mio respiro, quando a occhi chiusi le mani si sfiorano. Tira, quel filo, il filo dell’amore.
Chi ti vuole bene davvero, ha un solo bisogno, quello di sentirti!
Il cuore ha una porta sola, forse un giorno quando avrò smesso di aspettare arriverà…
Un cammino di gioia lo si ricorda, uno di dolore non lo si dimentica, solo…
Non è amore quello che non resta nella tempesta, non è amore quello che dice…
Stavamo là, seduti, come fossimo in paradiso e ci sentivamo sospesi in aria. Non avevamo mai creduto di poter essere così vicini; più volte era capitato di sfiorarci col pensiero. Un ghigno, un sorriso, una smorfia, diventano quel rincorrersi con la speranza affannosa di incollarsi. Ma eravamo rimasti lì, in quel fugace batter di ciglia, in quel sorriso indicativo, in quella timidezza che stringe – a protezione – ciò che di più prezioso custodiamo dentro. C’eravamo, lo sapevamo, ma non trovavamo mai il coraggio di dirci. L’unica nostra terra diventava il nostro sguardo.