Silvana Stremiz – Figli e bambini
La purezza dei bambini e la loro innocenza sono un dono incredibile.
La purezza dei bambini e la loro innocenza sono un dono incredibile.
È difficile dire addio a chi ami, al pensiero di non vederlo più il cuore sembra spaccarsi in due.
A volte è giusto smettere di “prostituirsi l’anima” per un abbraccio e voltare pagina.
Padre, tu che mi hai lasciato crescere solo, tu che mi hai insegnato odio sempre e solo. Padre tu che con le tue reazioni violente, mi hai insegnato una via soltanto, ed è la via della paura, e del prepotente. Padre tu che non mi hai insegnato ne a radermi ne a guidare, ma solo a gridare. Padre tu che non hai coltivato in me nessuna speranza, lasciandomi a marcire in una stanza, di una casa senza amore ne calore. Padre tu che hai lasciato ferite aperte dentro un cuore che però non prova più alcun dolore, conferma di un affetto che non ha avuto alcun effetto. Padre tu che esaudivi i miei desideri con i denari, senza sapere che ciò che mi serviva eran cose non costose. Padre tu che però se stavo male, eri pronto ad aiutare, che passavi a volte, notte e dì, a controllare se la fronte scottava di calore. Ed è per questo, che io non ti detesto, ma ti perdono per tutto il resto, padre, e ora qui io resto.
Ipocrisia è quella mano tesa che è in realtà pronta a colpire.
A volte le persone bussano alla nostra porta credendoci migliori di ciò che siamo, e si accorgono della “verità” del nostro essere quando sentono il vuoto che c’è in noi.
Capisci che ti sei innamorato quando i battiti hanno improvvisamente “un nome”.
È difficile dire addio a chi ami, al pensiero di non vederlo più il cuore sembra spaccarsi in due.
A volte è giusto smettere di “prostituirsi l’anima” per un abbraccio e voltare pagina.
Padre, tu che mi hai lasciato crescere solo, tu che mi hai insegnato odio sempre e solo. Padre tu che con le tue reazioni violente, mi hai insegnato una via soltanto, ed è la via della paura, e del prepotente. Padre tu che non mi hai insegnato ne a radermi ne a guidare, ma solo a gridare. Padre tu che non hai coltivato in me nessuna speranza, lasciandomi a marcire in una stanza, di una casa senza amore ne calore. Padre tu che hai lasciato ferite aperte dentro un cuore che però non prova più alcun dolore, conferma di un affetto che non ha avuto alcun effetto. Padre tu che esaudivi i miei desideri con i denari, senza sapere che ciò che mi serviva eran cose non costose. Padre tu che però se stavo male, eri pronto ad aiutare, che passavi a volte, notte e dì, a controllare se la fronte scottava di calore. Ed è per questo, che io non ti detesto, ma ti perdono per tutto il resto, padre, e ora qui io resto.
Ipocrisia è quella mano tesa che è in realtà pronta a colpire.
A volte le persone bussano alla nostra porta credendoci migliori di ciò che siamo, e si accorgono della “verità” del nostro essere quando sentono il vuoto che c’è in noi.
Capisci che ti sei innamorato quando i battiti hanno improvvisamente “un nome”.
È difficile dire addio a chi ami, al pensiero di non vederlo più il cuore sembra spaccarsi in due.
A volte è giusto smettere di “prostituirsi l’anima” per un abbraccio e voltare pagina.
Padre, tu che mi hai lasciato crescere solo, tu che mi hai insegnato odio sempre e solo. Padre tu che con le tue reazioni violente, mi hai insegnato una via soltanto, ed è la via della paura, e del prepotente. Padre tu che non mi hai insegnato ne a radermi ne a guidare, ma solo a gridare. Padre tu che non hai coltivato in me nessuna speranza, lasciandomi a marcire in una stanza, di una casa senza amore ne calore. Padre tu che hai lasciato ferite aperte dentro un cuore che però non prova più alcun dolore, conferma di un affetto che non ha avuto alcun effetto. Padre tu che esaudivi i miei desideri con i denari, senza sapere che ciò che mi serviva eran cose non costose. Padre tu che però se stavo male, eri pronto ad aiutare, che passavi a volte, notte e dì, a controllare se la fronte scottava di calore. Ed è per questo, che io non ti detesto, ma ti perdono per tutto il resto, padre, e ora qui io resto.
Ipocrisia è quella mano tesa che è in realtà pronta a colpire.
A volte le persone bussano alla nostra porta credendoci migliori di ciò che siamo, e si accorgono della “verità” del nostro essere quando sentono il vuoto che c’è in noi.
Capisci che ti sei innamorato quando i battiti hanno improvvisamente “un nome”.