Silvana Stremiz – Figli e bambini
Un figlio che non nasce, è una una favola non raccontata.
Un figlio che non nasce, è una una favola non raccontata.
Si censurano le parole, non i pensieri.
Quando “parte” il cuore è sempre un casino. Non si sa mai da che parte andrà, se abbraccerà la ragione o percorrerà la sua strada “impetuosamente”, senza badare alle conseguenze. Se sarà abbastanza ragionevole da fermarsi o se troppo “innamorato” volerà in alto senza badare ad eventuali tempeste o possibili cadute, ma soprattutto non si sa mai se sarà in grado di rialzarsi dopo quel volo a caduta libera, in caso di “schianto”.
Si dice che anche l’occhio vuole la sua parte. Ma se quella parte fosse l’involucro di “un niente”, e ci impedisse di vedere quello che veramente c’è.
L’amico è quello che ti strappa il sorriso quando il tuo cuore piange.
Mi dicesti che per te io non ero più nulla. Hai detto che oltre alla porta hai sbarrato anche le finestre. Ti dissi che per me eri morto e che l’unico dolore era non avere una tomba su cui piangere. Sono due anni che non guardavo il tuo viso e l’ho visto oggi da lontano. Quante rughe hanno riempito i tuoi occhi, com’è spento il loro colore. Ti ho visto oggi papà ed ho capito che quel sogno che feci mai si potrà realizzare. Oggi ho compreso che l’unica cosa avrò di te sarà quella foto di una bimba che stringeva il suo bel papy e lo guardava come la principessa guardava il suo principe, resterà quella foto sbiadita di me e te. Un padre ed una figlia che si son perduti per sempre.
Voglio esserci finché esserci sarà parte integrante della vita, altrimenti passo volentieri al capitolo finale di questa vita.