Silvana Stremiz – Frasi d’Amicizia
Cos’è l’amicizia? È un sentimento indescrivibile.
Cos’è l’amicizia? È un sentimento indescrivibile.
Giada è qualcosa di diverso, lei è l’amore e so che se non ci fossimo conosciuti qui, l’avrei comunque conosciuta, forse per strada, o al supermercato, in treno o su una spiaggia. Tutti gli altri sono stati miei compagni di viaggio. Ci è successo un po’ quello che accade d’estate, quando incontri persone speciali con le quali vivi delle emozioni profonde. A fine vacanza, li lasci con la promessa di non perdersi di vista, tant’è che quando rientri a casa li chiami subito, scrivi loro decine di e-mail e sms. Poi, naturalmente, le telefonate si diradano, e non solo: quando il cellulare squilla e sul display leggi il loro nome, provi quasi un senso di fastidio. Nel frattempo la tua vita è andata avanti e quella chiamata ti riporta a un passato che non hai più voglia di vivere, ma solo di ricordare di tanto in tanto, come quando apri la scatola delle fotografie e il passato è li che ti sorride.
Per amare la vita, basta considerare l’ipotesi di morire.
L’amore non appartiene a ieri, oggi, o domani, è l’unico a cui appartiene “il tempo…
Io non abbraccio stringendo se nessuno mi stringe abbracciandomi; è proprio nella reciprocità che si…
Gioie e dolori si alternano, tenendosi spesso per mano nel compiersi della nostra vita. Sta a noi abbracciare con i ricordi i momenti che ci hanno accarezzato il cuore.
Le cicatrici servono. Servono a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi. Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato. L’unico in grado di farci del male davvero. Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice. Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita. Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili, a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore, fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo, fra noi e le bugie, fra noi e la verità, fra noi e la nostra anima. Le cicatrici sono bastarde, sanguinano all’improvviso e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”, ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore. A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.