Silvana Stremiz – Religione
Dio è una partita che si gioca con l’ipotetico e si vince le con le proprie convinzioni.
Dio è una partita che si gioca con l’ipotetico e si vince le con le proprie convinzioni.
I miei peccati li pago a peso d’oro, ma non li baratto con due preghiere tanto per sentirmi libera di peccare ancora. Prego, invece, di avere tanto oro da pagarli tutti.
Si può entrare nel regno di Dio anche dal nero portale del peccato.
Una volta ho sentito l’espressione “Al Dio che odio”, e mi sono guardata attentamente per vedere se fosse così anche per me. La risposta è no. In questo caso, è bene dire “Al Dio che odia”, non solo: che uccide per appropriarsi di tutto, che intrallazza, che si droga con lo spirito. Non ha ancora capito il motivo per cui è già morto,… e come potrebbe.
Il mio Dio è arrivato scalzo: aveva i piedi di un fanciullo e gli occhi fragili di una madre che aveva pianto, guardava oltre, senza dirmi una parola; profumava di mare e ad ogni mia richiesta mi rispondeva con un sorriso. Un giorno chiesi al mio Dio: dove ti posso pregare? E lui mi rispose: ho bisogno di piccoli gesti, ho bisogno che tu cammini su di me leggera e ti accorga che la mia chiesa è la volta celeste i miei altari sono montagne di boschi, gli animali i miei angeli. Tu stai vivendo in me ed io in te. Non ho bisogno di parole. Ho bisogno di silenzi d’amore.
Il Signore gli darà compenso secondo le sue opere.(da IIº libro di Timoteo 4,14)
L’Amico è quello che guardandoti negli occhi sa leggerti il fondo dell’anima.