Silvana Stremiz – Religione
Non credere non è una malattia, non ci rende né migliori né peggiori.
Non credere non è una malattia, non ci rende né migliori né peggiori.
Amiamo Dio perché riconosciamo in Dio la completezza di ciò che personalmente ci manca. Critichiamo i sacerdoti perché supponiamo in loro la incompletezza che ci affligge. Ci resta difficile amare il nostro prossimo perché rileviamo in esso difetti che riteniamo di avere in noi già eliminato. Il “figlio dell’uomo” ci comanda di amare il prossimo proprio per quest’ultima ragione: amandolo incentiveremo in esso il suo miglioramento. Chi tende amorevolmente alla giustizia è un essere fecondo.
Non cercare sollievo nella droga, troverai solo tormento.
Sai signore mio, spesso vengo qui perché nel silenzio posso dirti quante volte io abbia bisogno di te. Sai signore, quante volte ti cerco e non so se tu mi senta. Il signore mi ha risposto: tu sai dove sono io quando tu hai bisogno, non molto lontano da te. Basta che ascolti il tuo cuore.
È inutile chiedere saggi consigli se poi non siamo in grado di ascoltarli.
È l’uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l’uomo.
Dio non ha tirato i dadi a caso.