Silvana Stremiz – Sorriso
Il dolore si uccide con la “forza” di un sorriso.
Il dolore si uccide con la “forza” di un sorriso.
Di quel “noi” che non è mai stato “noi”, il vento soffierà via anche l’ultimo…
Lo sguardo non mente mai, è la bocca a farlo.
Sorridere è quello che non voglio smettere di fare, sorridere è quello che ho imparato a fare!
Le cicatrici servono. Servono a ricordare che ci si può far male, che esistono i bastardi. Ma a volte siamo noi, l’unico “bastardo” che abbiamo davvero incontrato. L’unico in grado di farci del male davvero. Ci ricordano che vivere non è semplice, decidere non è semplice. Basta giocare una carta sbagliata e può finire una partita. Le cicatrici servono a renderci più forti e invulnerabili, a costruire muri invalicabili fra noi e il dolore, fra noi e il nostro cuore, fra noi e il mondo, fra noi e le bugie, fra noi e la verità, fra noi e la nostra anima. Le cicatrici sono bastarde, sanguinano all’improvviso e ci riportano indietro nel tempo “di quel dolore”, ma servono a farci crescere, a renderci impenetrabili ad altro dolore. A renderci abbastanza forti da non soffrire ancora.
Per alcuni Dio è solo una bugia, per altri un’ipotetica verità.
Dal sublime al ridicolo non c’è che un passo! Ma poi la vita è così fatalmente seria che non la si sopporterebbe senza questa unione del patetico con il comico.