Silvana Stremiz – Stati d’Animo
Meglio un cuore “ammalato” che un cuore privo di emozioni.
Meglio un cuore “ammalato” che un cuore privo di emozioni.
Ognuno di noi è per qualcuno “speciale” ma magari non lo sa!
Ho sempre pensato che i collezionisti avessero un aspetto ossessivo, malato, come se la mancanza di qualcosa li costringesse a fare mucchio di altro per sopperire alla scarsezza. Si collezionano le farfalle, le monete, i francobolli, gli orologi ed ogni genere di cosa esistente, ma mi costerna profondamente il collezionista di persone; cosa ne collezioni non saprei, se i nomi, i volti, i corpi, le storie di vita, i sentimenti o i loro cuori spezzati ed abbandonati nell’urgenza di arricchire la collezione.
È troppo grande questo mondo per me, a me basta un angolo tutto mio.
Ci sono mancanze che dovrebbero passare col tempo, invece, mentre passa il tempo loro si fanno sempre più presenti.
Ogni giorno che finisce chiudo gli occhi per vederlo meglio il giorno dopo. Non mi fermerò alle vetrine, ma cercherò nei nascondigli dell’anima. Sono pochi i giorni in cui realizzo una verità in armonia con il mio destino: Ma ogni sera posso pesare il mio cuore e misurare la mia statura nell’amore. Non mi abbatterò ne giorni tristi, e se oggi ho sentito il mio cuore battere mi rallegro, e so che non ho vissuto invano, e so quantificare l’amore che mi viene donato vedrò la mia vera statura. Non mi ritengo superiore a nessuno perché non sono ne intelligente e ne bella. La sola superiorità sta nella mia bontà d’animo. Metto ogni mattina sul davanzale un fiore uguale a quelli che ho nel mio giardino. Non cercherò la felicità nel possedere tanti alberi: Basta un ramo per il mio nido. Sono la regina della mia casa, la sorella dei miei giorni tristi. Mi tengo per me i miei dolori e metterò nel mio cuore la gioia e il richiamo delle stelle.
La sofferenza c’insegna sia la felicità che la tristezza: è una lacrima che – nel rigare il volto – ci ricorda che siamo vita (chi siamo).