Silvia Nelli – Stati d’Animo
Forse uno dei motivi per cui ho imparato a scegliere chi tenermi vicino è proprio che sono stanca di ascoltare, capire e dare credito a chi non ha mai avuto per me un solo momento di sincerità!
Forse uno dei motivi per cui ho imparato a scegliere chi tenermi vicino è proprio che sono stanca di ascoltare, capire e dare credito a chi non ha mai avuto per me un solo momento di sincerità!
So di aceto e limone, pungente sulla lingua, brucio sulla pelle. Aspra! Chi non sa diluirmi con la vaniglia dice di me che sono acre. Io mi preoccupo di non essere amara, nonostante i fumi delle pozioni tossiche inalate. Ricordo flebo di veleni somministrarti endovena, sottocute che creavano strati di rancore tra il cuoio e le arterie. E sono scappata nella notte, alzata da quel letto di droghe e soporiferi letali, rintanata come animale impaurito negli antri di boschi solitari e nebbiosi, tra le belve sanguinarie, aspettando l’alba sotto alberi spogli e durante piogge incessanti. Grondante e trafelata. La mia forza mi ha portata a bordo strada, non voglio passaggi da nessuno io, ma camminare sull’asfalto è assai diverso che camminare tra roghi e sterpaglie.
A tutti basta essere amati, capiti, respirati, abbracciati, e tutti si accontentano di poco. in fondo questo è l’amore! Ci sta tutto! Ma allora se basta così poco, perché i tradimenti perché ci sono tanti separati e tanta solitudine!?
Non c’è dolore più grande di sentire una profonda e feroce solitudine, anche se ti trovi immerso in una interminabile folla. Non c’è dolore più grande di cercare tra quella folla il perché del tuo continuo vagare tra i come e i se tra mille incertezze a cui non sai dare risposta. Non c’è dolore più grande della dolorosa consapevolezza che ci sei, ma non più per me.
Il nichilismo relativo, un pensiero latente sospinto scrollone che risveglia la pace dei sensi.
Ma no non sono nervosa, assolutamente no! Sono solo delusa da questa vita che sa più di belle parole che fatti!
Helena era stata di colpo il regalo del destino, era un silenzioso ‘oh! ‘ di stupore mentre il suo pianeta ormai arido e spento ruotava inerte intorno a un sole che pareva brillare solo per gli altri. Era stata la commozione di scoprire che, in mezzo alle rocce e alla terra bruciata dall’arsura, un unico miracoloso filo d’erba stava germogliando.