Silvio Squillante – Figli e bambini
Un bimbo appena nato dorme sulla schiena del passato.
Un bimbo appena nato dorme sulla schiena del passato.
Aspetto quel attimo in cui ti potrò baciare, come il sole aspetta il tramonto e l’alba per baciare la sua luna.
Le fiabe servono più ai grandi che ai piccoli. Quest’ultimi sanno già come parlare a un topino.
Basta niente, in questo periodo, per farmelo tornare in mente. Non fa che insinuarsi tra i miei pensieri, anche la notte, schiacciato come un fiore appassito fra le immagini di Hanna ed Emmeline e Riverton: il mio nipotino. Fuori del tempo e fuori posto. In certi momenti è il bimbo di tanti anni fa, con la pelle tenera e gli occhi sgranati, subito dopo l’uomo che è oggi, svuotato dall’amore perduto. Vorrei rivedere il suo volto. Toccarlo. Il suo bel volto, cesellato, come ogni altro volto, dall’abile mano della storia. Decorato dal colore dei suoi avi, da un passato che conosce appena. Un giorno tornerà, su questo non ho dubbi, perché la casa è una calamita capace di risucchiare anche il più sbandato dei figli, ma non so se sarà domani o fra anni.
Mi rispecchio in te, riconosco frammenti di me nei tuoi occhi. Dolcezza infinita è specchiarsi nel volto di un figlio.
La giustificazione è un riparo immeritato, offerto ai figli per occultare i propri errori.
La storia è tutta la merda collettiva e ancestrale della razza umana, un grande mucchio di sterco che continua a crescere. Adesso noi siamo in cima, ma presto saremo sepolti sotto quella delle generazioni a venire. Ecco perché i vestiti dei tuoi genitori ti sembrano così buffi nelle vecchie fotografie, tanto per fare un esempio. E, visto che tra non molto sarò ricoperto dalla cacca dei tuoi figli e dei tuoi nipoti credo che dovresti mostrarmi un pochino più di rispetto.