Simone Pirozzi – Stati d’Animo
Saltavo sulle ombre e, a volte, sulla mia. Sfuggente. Come me.
Saltavo sulle ombre e, a volte, sulla mia. Sfuggente. Come me.
Quando mi sveglio al mattino, ho bisogno del sole che scaldi il mio viso e di una speranza che scaldi il mio cuore. Ho bisogno di credere che nulla sia impossibile e che il destino lo realizzo da me.
Semplicemente perché io lo avrei fatto, ed è questo che mi rode dentro, che mi consuma, che mi corrode pian piano. Continuo a ripetermi che io me li sarei conservati degli istanti di tempo tutti per te. Invece tu non fai lo stesso. Mi piacerebbe che accadesse: che le tue notizie mi arrivassero davvero, che fossi tu a raccontarmele con gli occhi che brillano, il sorriso che abbaglia. Ti chiedo solo questo. Ti chiedo di avere il coraggio di prendere del tuo tempo e dedicarlo a me, di confessare che non ne puoi più di noi, che hai bisogno di te stesso e di nient’altro. Perché non credo che la tua sia mancanza di coraggio, ma soltanto stronzaggine.
Meglio perdersi una notte di sonno che un’esperienza.
Solo chi arriverà alla vetta con le mani sporche, lacere e sanguinanti saprà vestirsi di umiltà nel raccontare un’emozione, tutti gli altri si vanteranno del panorama con chi vive in pianura.
Sarebbe bello se ognuno di noi riuscisse a trasformare i propri dolori in esperienze di vita!
Tessere di un mosaico, pezzi di puzzle, fili tra le cuciture, molliche di pane, perline di una collana, chicchi di caffè, granelli di polvere e polline di fiori: oggi mi circondo di cose piccole ed essenziali ed il richiamo è alle tue parole, anch’esse piccole ed essenziali, incisive, che prendono la mia giornata e ne fanno ciò che vogliono. Parole che progettano interi percorsi, sentieri scoscesi, tortuosi che formano solchi senza seme e fossi e ci cado dentro come bulbo che aspetta parole più gentili per fiorire, in questo giorno delle piccole cose.