Anonimo – Social Network
Ormai non conta più guardarsi negli occhi per dirsi che ci si ama, che è finita. Adesso ci sono i social network. La gente dovrebbe imparare di nuovo a guardarsi negli occhi.
Ormai non conta più guardarsi negli occhi per dirsi che ci si ama, che è finita. Adesso ci sono i social network. La gente dovrebbe imparare di nuovo a guardarsi negli occhi.
Il colmo per un autore? Sentirsi dire: tu scrivi cose che non sono farina del tuo sacco perché io le ho già lette in Facebook.
Sai amica mia, abbiamo litigato e ne soffro moltissimo, sicuramente non ti merito perché ti ho deluso. Hai pienamente ragione a arrabbiarti e trattarmi male.. Maledetto Facebook. Mi ha fatto solo ingelosire. Io a te di tengo moltissimo sei stata sempre la mia ragione di vita.. Evidentemente ora sono solo la rappresentazione dell’odio. Perdonami.
Quando impari a tagliarti le dita e non mandare quell’sms che non va mandato, quando risparmi a te e al mondo uno status di facebook che non avresti neanche dovuto mai pensare… vuol dire che veramente stai invecchiando.
Cosa mi ha davvero impressionato di facebook? Che esistono migliaia e migliaia di amicizie virtuali, persone che si “parlano” senza mai essersi viste, toccate. Questo forse accade perché quelle persone non sono felici del reale che hanno intorno, non sono felici di quello che vedono e toccano. Chissà, magari alla fine la vera amicizia è quella che ti rende felice, sia essa virtuale o reale…
Evoluzioni…Una volta io guardavo come alienati quelli che continuavano ad appiccicar francobolli… Oggi c’è Facebook ed io non ne vedo l’utilità… adesso guardano me come fossi un alienato!
La gente non ha ancora capito che per sfogarsi esistono gli amici, non gli stati di facebook.
Hai mai pensato che, mentre sei a fare la persona gentile in Facebook, manchi alle persone care e reali? Hai mai pensato che, mentre trascuri chi ami c’è qualcuno, forse anche una persona amica che la sta consolando? Hai mai pensato che, mentre tu cerchi di far colpo sugli altri, lei faccia la stessa cosa? Forse è meglio fermarsi a riflettere un attimo, prima che sia troppo tardi.
Oggi guardando la mia bacheca di Facebook facevo una riflessione. Ogni giorno qualcuno festeggia il compleanno, generando di solito momenti belli e felici, ma allo stesso tempo qualcuno che non c’è piu viene ricordato e rimpianto. Mi domandavo se in un certo senso le due cose si debbano compensare, come ad ottenere una sorta di equilibrio tra le persone. Ma forse sbaglio, perché tante, troppe persone stanno sempre dalla parte della sofferenza, e quelle poche rimaste che stanno dall’altra parte della bilancia non possono avere lo stesso peso.
In facebook si hanno tanti amici, si pensa di conoscere tutti, ma in realtà non si conosce nessuno!
È un fenomeno curioso: gente che pubblica continuamente sui social network pezzi della propria vita, compulsivamente, in modo eccessivo, raccontando sentimenti, emozioni, pensieri che farebbe bene a tenersi per sé, per una legge del pudore mai scritta, ma universalmente riconosciuta.Credo che i social network portino alla luce le insicurezze ed il bisogno di sentirsi accettati e riconosciuti, come mai nessuno strumento prima d’ora.
I social network sono il rifugio di tutti gli inetti.
I social network sono le peggiori droghe che abbia mai visto.
Una costante della storia degli umani è che ai vertici delle organizzazioni statali, politiche, religiose, militari o commerciali, ci finiscano sempre dei folli, mitomani, inetti, imbecilli, corrotti. Oggi, grazie a Facebook e Twitter, finalmente possiamo capire come questo possa succedere.
La natura polimorfa e camaleontica dei social network sostituisce oramai quasi tutto. Non serve andare in chiesa per pregare: lì sfilano santi e cristi a tutte le ore. Non serve neanche appartarsi intimamente per amoreggiare, anche se si convive nella stessa casa: va di moda l’esibizione virtuale. Forse non è necessario neanche cucinare piatti elaborati, basta vederli sfilare. Credo che si stia perdendo qualcosa per strada e tutto è grottescamente un po’ ridicolo.
Cartesio diceva: “Penso dunque sono”, con internet siamo passati a: “penso dunque condivido” e infine con Facebook: condivido dunque non ho bisogno di pensare. Si chiama (d)evoluzione.
“Pedofilia 75% delle violenze nell’ambito familiare: parlarne nelle scuole?”Questo è un gruppo su Facebook e quel che segue altro non è che sorta di promozione per cercare di far aderire più gente possibile.Un sogno, vediamo che gruppi corposi trovano voce in televisione, certo, naturalmente parlano di Cassano o Kakà… sì, sappiamo anche che questo è il paese che abroga referendum con 500.000 firme, infatti da circa tre lustri qualsiasi mozione referendaria non raggiunge il quorum.Ma se qualcuno non si fosse chiesto cosa ci fosse in quella muffa non ci sarebbe la penicillina… l’avete già sentita questa eh!?Morale: se passate da Facebook iscrivetevi al gruppo e magari girate l’invito alla vostra lista amici, questa è la guerra dei bambini e qualcuno la deve combattere, così combatti anche tu.In ogni caso se n’è parlato, basta solo il parlare di una cosa per modificarne gli eventi… anche questo l’avete già sentita. Belandi, sapete proprio tutto… Grazie sulla fiducia.