Sofia Valentini – Stati d’Animo
A volte penso a cosa potrei fare, ma il lungo pensare a volte allunga troppi i tempi.
A volte penso a cosa potrei fare, ma il lungo pensare a volte allunga troppi i tempi.
Solitudine: quello che lasciano le delusioni.
Non so perché la sua voce mi tocchi come nessun’altra.
Il condizionale è il modo verbale dei sognatori, il congiuntivo dei nostalgici. Non lasciamoli morire annegati nell’imperfetto.
Ci dicano che siamo pretenziose, che siamo pignole. Ci accusano di essere acuti osservatrici o 007 in missione segreta. Ci danno delle possessive o delle “esagerate”. Mi domandavo se mentre gli uomini definiscono così le loro donne hanno mai notato prima di parlare di quanto loro siano: superficiali, materialisti. Di quanto poco ci ascoltino, e di quanto poca importanza diano alle nostre esigenze “Fuori dal letto” prima di pretendere le loro di esigenze “dentro al letto”!
Mi sento come l’aereo, che è precipitato. Distrutta. Mi sento come il deserto, che è monotono. Noiosa. Mi sento come il pilota, che è lì da solo. Disperata. Mi sento come l’elefante, che è stato mangiato dal serpente. Inghiottita. Mi sento come il bambino, che non viene preso sul serio dagli adulti. Incompresa. Mi sento come la pecora, che è stata disegnata nella scatola. Imprigionata. Mi sento come il pianeta, che è lontano. Piccola. Mi sento come il tramonto del sole, che è diventato abitudine. Senza valore. Mi sento come il baobab, che è un pericolo. Indesiderata. Mi sento come il vulcano, che sta per esplodere. Impaziente. Mi sento come il re, che si aspetta troppo. Delusa. Mi sento come il vanitoso, che vorrebbe essere ammirato. Insoddisfatta. Mi sento come l’ubriacone, che beve per dimenticare. Dipendente. Mi sento come l’uomo che accende i lampioni, oppresso dalla consegna. Schiacciata. Mi sento come il geografo, che vuol capire tutto ciò che esiste. Ignara. Ma sono anche il fiore, che ama il Piccolo Principe. Sono anche il Piccolo Principe, che vuole addomesticare la volpe. Sono la volpe, che riesce a fidarsi di qualcuno, costi quel che costi. E di me si deve prendere tutto, quello che sono e quello che non sono. Ma ho una paura dannata del morso del serpente.
Anche per una ingiustizia pregressa il rimorso è presente.