Sonia Sacco – Libri
Lasci il libro aperto, perché il fruscio di quell’ultima pagina da voltare sai già che lo ricorderai tutta la vita, e diventerà il rumore più assordante che avrai mai ascoltato.
Lasci il libro aperto, perché il fruscio di quell’ultima pagina da voltare sai già che lo ricorderai tutta la vita, e diventerà il rumore più assordante che avrai mai ascoltato.
Mi piacciono moltissimo i libri usati che si aprono alla pagina che l’ignoto proprietario precedente apriva più spesso.
Credo ci fosse un motivo per cui nell’anno di Gates Falls del 1966 fui eletto Clown del corso. Sbattei i tacchi ed eseguii un discreto saluto in stile inglese, di quelli con il palmo della mano totalmente rovesciato in avanti. “Signorsì, signore! ” esclamai. Ci furono una risata nervosa da parte degli spettatori, un verso gruttuale di Ronnie, un sogghigno da parte di Skip. Quest’ultimo guardò Dearie stringendosi nelle spalle, inarcando le sopracciglia e aprendo le braccia. Vedi come va a finire, diceva il suo gesto. Comportati da coglione e da coglione ti tratteranno. Nell’eloquenza, ritengo, la perfezione si raggiunge quasi sempre senza parole.Dearie guardò Skip, anche lui senza parole. Poi guardò me. Sul suo viso non c’era espressione, era quasi il volto di un cadavere, ma io rimpiansi di non aver una volta tanto tenuto per me la smargiassata. Il guaio è, per lo smargiasso nato, che nove volte su dieci il suo impulso ha già trovato sfogo prima che il cervello abbia avuto il tempo naturale anche solo di cominciare ad interporsi. Scommetto che ai tempi dell’altro ieri, quando erano intrepidi i cavalieri, più di un giullare di corte fosse finito appeso per le palle. Non è cosa che si legga in Mort d’Arthur, ma sono convinto che sia vero: vedi se ti fa ridere questa, pagliaccio del cazzo. In tutti i casi sapevo di essermi appena fatto un nemico.
L’esasperazione, la stanchezza, il male di vivere, spesso, portano a vedere negli altri, in coloro che ci stanno vicini, la causa di tutte le nostre difficoltà, dei nostri mali. È la via più facile, anche se non indolore, per sfuggire alla verità, alle umane, umanissime paure.Diventiamo ciechi nei confronti delle responsabilità e non ci accorgiamo che la vita è come ce la siamo costruita noi.Che cosa porta l’uomo a cercare fuori di se l’essenza della vita? Perchè è pronto a disperarsi nella solitudine o, peggio, tra le falsità, le meschinità, l’ipocrisia di uomini senza scrupoli, senza ideali. Assetati di fama e di potere?Perchè non sa riconoscere la propria potenzialità, la grandezza del suo essere, con i suoi limiti, le sue capacità? Perchè non crede in sè al di là di come gli altri lo giudicano, di come lui si giudica?Finche l’uomo non si accetta e non inizia un dialogo con se stesso, non troverà mai la serenità a cui anela, la pace interiore, la capacità di affrontare le tempeste della vita.(da “Alle porte della vita”)
La sua biblioteca era diventata per lui come un vestito che non gli andava più. In generale, le biblioteche possono diventare troppo strette o troppo larghe per lo spirito.
Il peso del suo sguardo era quasi palpabile, come se potessi toccare i suoi pensieri, cose intime e personali, cose che non avevamo mai fatto prima.
“Dovrò comportarmi bene, se non voglio farmi fulminare di nuovo dai tuoi occhioni”.Cassie sorrise. Avrebbe voluto prendere la mano di Nick ma non lo fece, d’ora in avanti avrebbe dovuto farcela da sola.