Sonia Sacco – Speranza
È la voglia di non arrendersi, quella che ti spinge a crederci ancora e così non puoi e non vuoi smettere di sperare. Perché il sole c’è, devi solo aspettare che torni a scaldarti.
È la voglia di non arrendersi, quella che ti spinge a crederci ancora e così non puoi e non vuoi smettere di sperare. Perché il sole c’è, devi solo aspettare che torni a scaldarti.
C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno, chi mezzo vuoto… e c’è chi si ferma al bicchiere e ne beve il suo contenuto!
È quando ci estraniamo da tutto ciò che ci circonda, che riusciamo ad eseguire la migliore delle nostre interpretazioni. Se ascoltiamo la nostra anima, e se lei è serena, non può che nascere una magnifica melodia.
La speranza è l’ultima spiaggia per attendere il sole.
Non serve avere una buona presa, l’importante è sapere cosa si stringe tra le mani…
Un giorno mentre m’accingevo a guardare l’infinito tra i viali della vita, scorsi un suono. Una voce in lontananza chiamava il mio nome. Domandandomi curiosa: perché ti ostini a percorre strade tortuose e impervi che nessuno oserebbe percorre mai? Perché sei così dannatamente caparbia nell’inseguire quella vana speranza che nessun folle oserebbe neppure pronunciare? “Io”, mutevole ma coerente con indosso il coraggio, corazzata di voglia di vivere con la perseveranza tra i mantelli dell’anima risposi: poiché è la speranza che mi tiene in vita, poiché io credo in me, più di quanto creda nell’abbandonare, poiché le motivazioni sono più delle rinunce, poiché amo la vita, amo i miei figli, non conosco altro modo per arrivare in cima, se non quello di aggrapparmi alla speranza, quella speranza che si chiama domani. Domani, il senso di ciò che viviamo oggi.
Lei gli piaceva, perché stuzzicava la sua curiosità. Non era la donna delicata, quella da dover proteggere. Lei era vivace, forte, sicura di sé. Gli rispondeva a tono e gli teneva sempre testa… non era come le donne avute in passato, era diversa… con lei si cresceva, si combatteva” perché non mollava mai una discussione. O si perdeva o si vinceva e per lui non c’era niente di più stimolante che essere in competizione con la sua forza.