Alla fine di questo splendido viaggio che è la vita, potrò ritenermi soddisfatta e appagata. Perché anche se mi sarà capitato di aver impostato uno o due volte le coordinate sbagliate, ed essermi ritrovata così in porti tutt’altro che felici, avrò comunque sempre e solo seguito ciò che mi diceva il cuore. Esiste qualcosa di più meraviglioso del fare questo?
Le parole più belle sono quelle non dette, forse per questo rimangono tali.
Potrei andare a conoscere tutto il mondo, ma alla fine torno sempre con me.
È difficile far parlare il cuore, lasciare libere le emozioni e chiudere la bocca alla realtà. Tanto difficile. Ma ancora più difficile è inseguire un sogno che sa renderci “felici”.
Ho pianto. Per rabbia, per gioia, per dolore, dinanzi un’emozione. Ho pianto tutte le volte che la vita m’ha dato un morso o un bacio.
Essere schietti è una di quelle prerogative che sta sempre in bilico tra il pregio e il difetto, tra il “mi compiaccio della tua sincerità” e il vaffanculo.
La parola comunica il pensiero, il tono le emozioni.