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Stefano Alesi – Frasi Sagge

Quando arriva la rabbia umilia offende e insulta poi abbandona la situazione e lascia gli altri con lacrime e dispiaceri.

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  • Carmela La Barbera – Frasi Sagge

    Perché criticate me, quando non avete mai rivolto lo sguardo verso voi stessi, perché giudicate, ferite, perché mi credete diversa quando dico d’esser me stessa?Potrò sempre essere guidicata per ciò che sono, per la maschera che non porto, per la fede che non ostento, per la diversità dei miei sguardi, per la sincerità delle mie parole, ma non potrò mai subir condannata per ciò che aspiro d’esser.Cerchiamo invano un giorno profano per capire la vita, ma chi di noi merita la qualifica di “essere umano”?

  • Edoardo Arcangelo Turiya – Frasi Sagge

    Chi è d’accordo con me e con quello che dico può indossare al braccio o al polso sinistro un bracciale o un qualcosa di origine naturale (al contatto con la pelle non ci deve essere plastica o sintetico). I colori che si possono scegliere sono i seguenti:Bianco, rosa, arancione, azzurro, giallo, marrone, viola, rosso oppure blu. Devi indossare il colore non solo per quanto ti piace ma anche per quanto ti rispecchia e ti fa sentire meglio.Ricorda non scegliere il colore solo perché è il tuo preferito.Non togliere mai il bracciale, lo devi sempre indossare. Lo puoi togliere solo quando fai il bagno. Essere d’accordo con me non significa per forza aver capito. Portare questi colori non rende migliori se non c’è verità. Portare questa cosa è, come dire, un biglietto da visita. Scegli solo un colore da portare al braccio, ti farà vivere meglio.

  • Maurice Blanchot – Frasi Sagge

    Io non sono né saggio né ignorante. Ho provato gioie. È troppo poco dire: sono vivo, e questa vita mi dà il pia­cere più grande. La morte, allora? Quando morirò (forse tra breve), conoscerò un piacere immenso. Non parlo del pregustare la morte che è insulso e spesso sgradevole. Il soffrire abbrutisce. La grande verità di cui sono sicuro è invece questa: provo nel vivere un piacere senza limiti e avrò nel morire una soddisfazione senza limiti.Ho vagato, sono passato da un posto al­l’altro. Stabile, ho abitato in una sola camera. Sono stato povero, poi più ricco, poi molto più povero. Da bambino, avevo grandi passioni, e tutto quel che desideravo, lo ottenevo. La mia infanzia è sparita, la mia giovinezza è sulle strade. Non importa: ciò che è stato, mi rende felice; ciò che è, mi piace; ciò che avviene, mi conviene.La mia esistenza è migliore di quella degli altri? Può darsi. Ho un tetto, molti non ce l’hanno. Non ho la lebbra, non sono cieco, vedo il mondo, fortuna immensa. Lo vedo, questo giorno fuori del quale non è niente. Chi potrebbe sottrarmelo? E sparendo questo giorno, io sparirò con lui, pensiero, certezza che mi trasporta.Ho amato degli esseri, li ho perduti. Sono diventato pazzo quando questo colpo si è abbattuto su di me, perché è un inferno. Ma la mia follia è rimasta senza testimoni, il mio smarrimento non era manifesto, la mia sola intimità era folle. Talvolta, diventavo furioso. Mi si diceva: Perché siete così calmo? In realtà, bruciavo dalla testa ai piedi; di notte, correvo per le strade, urlavo; di giorno, lavoravo tranquillamente.Poco dopo, si scatenò la follia del mondo. Fui messo al muro come molti altri. Perché? Per niente. I fucili non spararono. Mi dissi: Dio, che fai? Smisi allora d’essere insensato. Il mondo esitò, poi riprese il suo equilibrio.Con la ragione, mi ritornò il ricordo e vidi che, anche nei giorni peggiori, quando mi credevo perfettamente, completamente in­felice, ero tuttavia, e quasi sempre, estremamente felice. Ciò mi fece riflettere. Questa scoperta non era piacevole. Mi sembrava di perdere molto. M’interrogai: non ero forse triste, non avevo sentito la mia vita spezzarsi? Sì, era successo; ma, in ogni momento, quando mi alzavo e correvo per le strade, quando restavo immobile in un angolo della stanza, la freschezza della notte, la stabilità del suolo mi facevano re­spirare e riposare sull’esultanza.Gli uomini, specie bizzarra, vorrebbero sfuggire alla morte. E alcuni gridano, morire, morire, perché vorrebbero sfuggire alla vita. “Ma quale vita, mi uccido, mi arrendo.” Ciò è pietoso, strano, è un errore.Ho incontrato tuttavia degli esseri che non hanno mai detto alla vita, taci, e alla morte, vattene. Quasi sempre delle donne, creature belle. Quanto agli uomini, il terrore li asse­dia, la notte li ferisce, vedono i loro progetti annientati, il loro lavoro ridotto in polvere, restano sbigottiti, loro, così grandi, che volevano costruire un mondo, ma tutto sprofonda.