Stephen Chbosky – Amico
Caro amico,scusa se non mi sono fatto sentire per due settimane, ma, come dice Bill, ho cercato di “partecipare” alla vita sociale.
Caro amico,scusa se non mi sono fatto sentire per due settimane, ma, come dice Bill, ho cercato di “partecipare” alla vita sociale.
Che ci posso fare se amo chi resta. Se amo le persone che non dicono solo ci sono, ma al mio fianco ci restano. Che ci posso fare se non porto rancore, se alla lunga amo più il mio sorriso e il mondo colorato intorno. Che ci posso fare se da alcune persone poi mi stacco, senza dispetti o altro, perché a nascondino si giocava da bambini, adesso non più. Che ci posso fare se sono un ammasso di imperfezioni ma “tutto cuore”. Mi amo così fragile, imperfetta e strana. Vivo tutto di pancia e cuore, piango davanti ad un buon libro, un’emozione inaspettata, un film o di fronte a “buone intenzioni”. Mi chiudo se non vedo o leggo rispetto o semplicità e verità. Sono così e non cambio. Sono così e non ho intenzione di cambiare.
Ho visto amici trasformarsi in infami… tutti che lanciano sassi e poi nascondono le mani.
Mi incontrerei volentieri in un bar con me stesso per bere, ubriacarmi, ridere e cantare e poi andarcene insieme a donne.
Un amico vero è per sempre non solo nei gioiosi momenti di vita ma… soprattutto in quelli dolorosi a cui non piaci a nessuno.
Molti facilmente si innamorano ma pochi riescono ad amarsi davvero.
Così come non siamo obbligati a mangiare qualcosa che proprio non ci aggrada perché rischieremmo di vomitarlo, non siamo costretti a frequentare qualcuno che ci farebbe buttare fuori l’anima.