Stephen King – Libri
Qualche volta, quando la gente rimane sola, fa cose che poi rimpiange.
Qualche volta, quando la gente rimane sola, fa cose che poi rimpiange.
Imparate a essere padroni della vostra mente, piuttosto che esserne padroneggiati.
Volevo chiudere un brutto capitolo della mia vita, nella speranza di riuscire a ritrovare la strada, invece ora credo che per tutto il tempo io non abbia fatto altro che cercarti.
Cos’è poi l’onore al confronto dell’amore di una donna? E che cos’è il dovere paragonato allo stringere una nuova vita tra le braccia… o alla memoria del sorriso di un fratello? Vento e parole. Vento e parole.
– Raccontami la storia, Pew.- Che storia, Piccola?- La storia del segreto di Babel Dark.- C’entra una donna.- Dici sempre così.- C’è sempre lo zampino di una donna: una principessa, una strega, una matrigna, una sirena, una fatina buona o una fata tanto malvagia quanto bella, oppure tanto bella quanto malvagia. Ne manca qualcuna in questa lista? Poi c’è la donna che ami.- Chi è?- Questa è un’altra storia.
Sono cresciuto in mezzo ai libri, la mia casa ne era sommersa, scoprii sin da subito la loro ottima compagnia, avevo il predominio su quelle voci, io decidevo chi doveva parlare per primo, e nessuno rivendicava anticipazioni. Insomma nessuno annuiva, urlava, anzi erano tutti educati, in fila indiana aspettavano di essere interloquiti.
Non c’è da meravigliarsi se l’ironia presenta alcuni pericoli, sia per l’ironista che per le sue vittime. La manovra è arrischiata, e come ogni gioco dialettico, riesce solo di stretta misura: un millimetro in meno, – e l’ironista diventa lo zimbello degli ipocriti; un millimetro in più, – e persino lui si inganna insieme alle proprie vittime; far causa comune con i lupi è pura acrobazia e può costar caro a chi è maldestro. L’ironia, pena il naufragio, deve così bordeggiare pericolosamente tra la Cariddi del gioco e la Scilla della serietà: la prima di queste trappole è lo slittamento dell’ironico nel ludico, la seconda la ricaduta dell’allegoria in tautegoria ingenua; talvolta l’ironia cede alla vertigine dell’ambiguità, e l’andirivieni fra gramma e pneuma finisce col farla impazzire del tutto; talaltra aderisce alla lettera della grammatica rinunciando all’equivoco con una scelta univoca.D’altronde a che ci serve una simile prova di abilità?A liberarci, dicono, dalle illusioni…Ma le illusioni sono così funeste che, per distruggerle, dobbiamo arrampicarci su questo trapezio volante? (da “L’ironia”)