Stephenie Meyer – Libri
Forse non morirò subito… ma prima o poi succederà. Ogni giorno, ogni minuto, quel momento si avvicina. E diventerò vecchia.
Forse non morirò subito… ma prima o poi succederà. Ogni giorno, ogni minuto, quel momento si avvicina. E diventerò vecchia.
Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all’estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell’ossicino, l’uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l’ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L’ho dichiarato disperso finché l’ho visto nel cortile della scuola. Subito quell’idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un’altra persona.
Insegni a uno che già sa.
Le mie difficoltà erano più gravi: era più forte di me riuscire a credere che Gesù fosse l’unico figlio di Dio incarnato e che solo a chi credeva in lui sarebbe spettata la vita eterna. Se Dio poteva avere figli, noi tutti eravamo suoi figli. Se Gesù era come Dio e era Dio stesso, allora tutti gli uomini erano come Dio e potevano essere Dio incarnato. La mia ragione non era pronta ad accettare letteralmente che Gesù con la sua morte e con il suo sangue aveva lavato i peccati del mondo, anche se metaforicamente vi poteva essere qualche cosa di vero.
Lui l’abbandonava, Tariq, che era un’estensione del suo stesso corpo, la cui ombra si materializzava accanto a lei in ogni singolo ricordo. Come poteva lasciarla?
Ridere dei piccoli dolori è sollievo dei deboli. Ridere sull’abisso è proprio degli eroi.
Per me l’atto di scrivere ha raggiunto il suo scopo: scrivere costringe alla precisione. Ricordi ormai vaghi assumono contorni precisi, colori nitidi. Sono stata costretta a ricordare per davvero e, facendo così, mi sono riconciliata con me stessa, con la mia vita, con il destino. Ho perdonato e soprattutto mi sono perdonata. Questo per me era un obiettivo importante e sono riuscita a raggiungerlo…