Susan Randall – Sogno
Non si abbandona un sogno. Abbandonarlo è perdere la magia della vita e di quello che vive in noi le nostre speranze di un domani migliore.
Non si abbandona un sogno. Abbandonarlo è perdere la magia della vita e di quello che vive in noi le nostre speranze di un domani migliore.
Incomincia da adesso, io mi amo, io mi amo, io mi amo si! Io mi amo! E tu non puoi cambiarlo!
Nei hai visti di sogni cadere e di cose ingiuste, vero? Si, anch’io moltissime. Però oggi anche se ho dovuto aspettare molto a lungo, posso dire che poco a poco mi sto riprendendo le mie rivincite. Poco a poco sto realizzando e concretizzando i miei piccoli traguardi e mentre lo faccio vedo dietro me sgretolarsi le squallide certezze e convinzioni di chi ha avuto tanto da giudicare e vantarsi.
Non esiste limite nell’anima di un sognatore, il limite è di chi i non sà più sognare!
Quando siamo piccoli mettiamo i sogni nel cassetto e crescendo molto spesso perdiamo la chiave. Restano chiusi per molto tempo; a volte li trovano i nostri figli, altre volte restano lì per sempre.
È necessario sognare per non perdere l’orizzonte, per non perdere la via.
I nostri sogni, spesso, seguono i preordinati sentieri culturali di ognuno. È anche pur vero, però, che talvolta svicolano, rincorrendo anche certe recondite quanto anarchiche strade sconnesse, insensate e “impossibili”. Così, il sogno, non tenendo conto dei nostri giudizi morali, va a pescare direttamente nel profondo dei nostri istinti, tra i più bassi e repressi.