Susan Randall – Stati d’Animo
Siamo schiavi dell’amore o schiavi di un senso patologico affetto dalla solitudine che confondiamo con l’amore!?
Siamo schiavi dell’amore o schiavi di un senso patologico affetto dalla solitudine che confondiamo con l’amore!?
A volte le circostanze si susseguono in modo tale che arrivi al punto di non ritorno, così è importante andare avanti e far finta di niente.
So di essere una persona difficile. Accettare i miei silenzi, le mie lune storte, i miei problemi, starmi al passo e mettere in ordine tutto il macello che mi frulla in testa non è da tutti. Stare con me è una grossa responsabilità. E si sa, le grosse responsabilità non piacciono a nessuno.
Sono le piccole cose che rendono speciale una persona, la semplicità di un gesto fatto col cuore, una carezza o un bacio dato solo perché c’è volontà di farlo, una parola nel momento giusto, sembrano cose da niente ma quando le doni o le ricevi il cuore si riempie di gioia.
Gli uomini che sono infelici, come gli uomini che dormono male, ne sono spesso orgogliosi.
Come sto io? Mi sento come una giornata di pioggia, come un bambino che non può uscire a giocare. Sto come un raggio di sole troppo debole per scaldare la pelle; come un sacchetto di biscotti dimenticato sulla credenza. Mi sento come un vulcano spento, un aquilone in balìa del vento, un paio di scarpe legate strette. Sono come un desiderio troppo irrealizzabile, un sogno più grande della stessa realtà. Un sogno di quelli che rimangono per sempre chiusi nel cassetto.
È inutile. È innegabile. Ho veramente delle pessime qualità e mi capita che la notte quando vado a letto di pensarci e poi mi addormento subito.