Susanna Scarlata – Vita
Chiunque ha delle debolezze, a che serve negarlo. Poi c’è chi con naturalezza le rivela e chi invece preferisce di gran lunga tenersele dentro, apparentemente al sicuro.
Chiunque ha delle debolezze, a che serve negarlo. Poi c’è chi con naturalezza le rivela e chi invece preferisce di gran lunga tenersele dentro, apparentemente al sicuro.
La vita è come un bicchiere di vino che a goccia a goccia ti impregna della sua essenza, fino a scioglierti come cubetto di ghiaccio nel suo nettare.
La vita ne una sola Amiamola. Prima di tutto rispettandola in tutte le sue forme. Si dimostra di amare la vita ogni volta che si lotta per difenderla e quando ci si attacca a lei strenuamente, senza mollare mai. Si dimostra di amare la vita ogni volta che si apprezzano le piccole cose, le albe dei nuovi giorni, i momenti dolci che aiuteranno a superare quelli difficili. Si dimostra di amare la vita ogni volta che da terra ci si rialza e con una bella “strambata” si ricomincia a sorridere e si fanno guarire piano piano le proprie ferite. Se riusciamo ad amare la vita gli altri lo vedranno da loro.
Certa gente dovrebbe smetterla di pensare come fregare il prossimo, regalando illusioni e giocando con i sentimenti altrui, dovrebbe avere il buon senso di ricordarsi che prima o poi, nella vita, tutto ti torna indietro, specie il male fatto.
“Quando le parole sembrano finire,quando gli abbracci sembrano mancare,quando uno sguardo sembra intimorire,quando la morte sembra arrivaree la vita sembra mancare,bisogna chiudere gli occhi,inspirare lentamenteed espirare con impeto.Ci si acquieta.Si può ricominciare.”
Ogni essere vivente dovrebbe poter decidere di vivere ancora o di non vivere più.
Chiedeva perdono a un Dio che desiderava vicino, trascendenza trasposta sempre in vita terrena, dialogo interiore per chi si è sempre saputo orfano. Perdono per non essere in grado di mantenere la sua promessa. Dedizione, assistenza, comprensione, conforto, fiducia, ricerca, tutto qui il Sacro Matrimonio? Intenzioni. Dove sono l’intimità, la gioia, il progetto, e dove sono le mani che accarezzano una pancia tesa e lucida, curve mentali a ingoiare futuro. Claire da quando stava con Claudio si era sempre pensata filiforme, quasi incapace di ingoiare futuro. L’amore poi è ancora un’altra cosa. Un’altra casa, non sempre fatta di mattoni. Claire voleva una famiglia, lei che non aveva mai avuto una, una normale. Era stata un caso particolare sin da quando ne aveva avuto coscienza. E memoria. Spiegare agli altri bambini che sua madre c’era, ma altrove, in cielo. E suo padre c’era, ma altrove, via lontano. E la sua casa c’era, ma non proprio sua, ci abitava con chi si prendeva cura di lei. E la sua città c’era, ma altrove, perché le sue radici erano altre. Le trovava nei racconti caldi fatti per lei da parenti e adulti. Caldi come un pile d’inverno.