Anonimo – Tempi Moderni
Non esiste un passato e un futuro, esiste un presente precedente e un presente prossimo.
Non esiste un passato e un futuro, esiste un presente precedente e un presente prossimo.
È meglio un vero menefreghismo, che un finto perbenismo.
La scuola è il luogo dei saperi, internet è il luogo dei pareri.
Non mi stancherò mai di dirlo: “musica per il cervello, non musica per i piedi”. Vogliamo che le persone ascoltino la musica e dunque la parole che ci sono dentro. Se vogliono andare a ballare che vadano pure a ballare, vadano dove vogliono loro… ad esempio, vadano affanculo.
Mi faccio talmente tanti film che il mio non è un cervello, è un multisala!
Noi siamo la generazione che vuole abbracciare la vita e viverla al meglio. La generazione che sa che i desideri irrealizzabili non esistono, ma solo i desideri non realizzati. Perché siamo in grado di sopportare tutto, tranne il peso delle cose annullate, parole non dette, amori non dichiarati. Vivere, correre rischi, divertirsi, essere ambiziosi, realizzare i propri sogni, credere in amori impossibili e, infine, perdersi perché non importa dove si finisce, perché sarà un ottimo posto. Perché non abbiamo bisogno di un programma per pianificare la nostra vita. Noi siamo cuore, istinto, avventura. Oggi è il giorno più importante nel nostro calendario, perché oggi è il primo giorno del resto della nostra vita. Una vita senza rimpianti.
Il sesso è l’ultima importante attività umana che non è (ancora) soggetta a tassazione!
I Maya avevano previsto la fine del mondo, ma non avevano previsto che sarebbero crepati prima loro!?
In questo periodo di crisi solo le umiliazioni sono ancora “gratis”!
La nostra è una società di insicuri! Siamo arrivati al punto che per ottenere sicurezza le persone hanno bisogno dei “mi piace” su facebook ai propri stati dove finiremo?
Come in una specie di “caos ordinato”, viviamo in maniera spesso individualistica, ognuno nella propria direzione, ognuno a testa bassa immerso nei propri guai; eppure la nostra individualità che sembra per noi la totalità delle cose è solo un piccolo tassello del macrocosmo che ci circonda. Talvolta sarebbe bello, poter imparare ad ascoltare i silenzi o le parole di chi ci sta accanto, magari si riuscirebbe sempre più a viaggiare in un’unica direzione per le strade della vita.
Per favore smettiamola. Smettiamola di prenderci tutti in giro con Facebook, Whatsapp e stronzate varie. Smettiamola di pensare che un “mi piace” sia più importante di un “ti voglio bene”, che un messaggio “chilometrico” sia più emozionante di una lettera scritta a mano, con indirizzo, città e francobollo. Abbiate le palle di andare di andare dalla persona che vi piace, dall’amico con cui avete discusso, dal genitore deluso, e parlate. Cazzo, parlate. La bocca, gli occhi, le mani non servono per digitare o guardare uno schermo, servono per baciare, guardare, toccare. Basta volerlo. E smettiamola di prendere sempre la strada più semplice con un messaggio, un cuore in bacheca e cavolate varie. Smettiamola. Apriamo gli occhi e allontaniamoci dalla monotonia e dalla banalità. Guardiamole le persone. Negli occhi.
La legge è uguale per tutti quelli che riescono a manipolarla a proprio piacimento, per tutti gli altri rimane solo l’ideale di giustizia, quella chimera che ci permette di rimanere in vita, ma che poco a poco ci toglie la vita stessa.
un ritardo sistematico diventa un orario.
Anni 80 anni domini. Giocavamo nei cortili fra le lamentele dei condomini. Alle nostra urla erano ostili saranno contenti da ora in eterno, coi bimbi in casa davanti ad uno schermò.
Concetto di amicizia nella nostra epoca: più like mi metti su facebook e più sei mio amico.
Tutti attaccati ai telefoni perché non siamo mai dove e con chi vorremmo essere.